Sara, Michela e Monica sono le prime comandanti dell’Esercito italiano: «Le donne presto ai vertici»

Le prime donne entrate in Accademia a Modena nel 2001 ora hanno raggiunto il ruolo di tenente colonnello al comando di un battaglione. Al momento, sono 3. ma arriveranno ad essere 7 entro la fine dell’anno in corso

Tra le prime donne in Italia al comando di un battaglione c’è Sara Scala, 42enne a capo del 232esimo Reggimento trasmissioni di Avellino. Per lei è sempre stato un ambiente familiare quello dell’Esercito: il padre è un ex sottoufficiale e infermiere professionale nelle forze armate. E a Repubblica ha raccontato di come le sia «sempre piaciuta la divisa e la vita dettata dalle regole e dall’idea di fare qualcosa di utile nella società». Essere donna nell’ambiente militare non è semplice. «Non è stata una passeggiata», dice Scala, soprattutto dal punto di vista «fisico». Poi, dopo il percorso accademico è subentrata anche la difficoltà – che molte donne lavoratrici subiscono – di riuscire a far equilibrare vita privata, famiglia e lavoro. «I ritmi serrati mi hanno addestrato a vivere in situazioni di emergenza e ad organizzarmi la vita. Mio marito conosce le difficoltà del lavoro e ci interscambiamo i ruoli», racconta. Ora, raggiunto il ruolo di comandante, il suo obiettivo è riuscire a dimostrare alle sue sue famiglie quanto sia «fondamentale e possibile per una donna sentirsi realizzata».


La storia di Michela De Santis e Monica Segat

Ma Sara Scala non è l’unica. Le prime donne entrate in Accademia a Modena nel 2001 ora hanno raggiunto il ruolo di tenente colonnello al comando di un battaglione. Al momento, si tratta di già 3 donne, che arriveranno ad essere 7 entro la fine dell’anno in corso. Oltre a Scala, ci sono Michela De Santis e Monica Segat. Quest’ultima, di Vittorio Veneto, guiderà un battaglione degli Alpini composto da circa 450 militari. «Ci vuole convinzione, tenacia e spirito di sacrificio. È stata difficile per tutti, uomini e donne. E non ho mai sentito alcuna differenza di trattamento», ha commentato a Repubblica. Se Scala e Segat sono figlie d’arte, Michela De Santis no, ma dice di aver sempre avuto la vocazione. Ora è al comando di uno dei 4 gruppi tattici dell’operazione Strade sicure ed è alla guida di un battaglione di Cagliari da quasi 500 soldati. Ci tiene a sottolineare che la diversità di genere nell’arma è una ricchezza, nonostante in Italia ci sia ancora molti passi da fare per una reale parità. «Le donne non hanno limiti, arriveremo alla parte alta della piramide. È solo questione di tempo, ma ci arriveremo», conclude De Santis.


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