Iran, l’accusa di Raisi all’Occidente: «Avete doppi standard sui diritti delle donne»

Il presidente iraniano ha parlato all’Assemblea generale dell’Onu. Intanto salgono a 8 i manifestanti uccisi nelle piazze iraniane per le proteste in onore di Mahsa Amini

«Avete doppi standard sui diritti, soprattutto quelli delle donne». Così il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha attaccato l’Occidente durante l’Assemblea Generale dell’Onu. Un’ipocrisia che l’Iran «rigetta», ha detto citando diverse violazioni di diritti umani. Questi ultimi «appartengono a tutti ma purtroppo ci sono casi come le tribù di nativi in Canada, i diritti dei palestinesi, i migranti che cercano libertà ma i loro bambini finiscono nelle gabbie, gli afroamericani uccisi». Ha denunciato quello che è a suo avviso un «cambiamento dell’ordine mondiale, unilaterale e basato sull’egemonia di poteri finanziari che stanno prendendo il controllo sugli standard di comportamento dove ci sono sanzioni criminali e oppressive e l’uso di organizzazioni internazionali come strumento di oppressione». Nel suo intervento si è rivolto poi agli Stati Uniti, facendo riferimento all’omicidio del generale iraniano Soleimani del 3 gennaio 2020. «L’ex presidente Donald Trump deve essere processato perché ordinò la sua eliminazione tramite un attacco con droni». Ha poi accusato gli Stati Uniti di non tollerare i Paesi indipendenti dicendo che «le azioni unilaterali hanno creato grandi sfide sul percorso del progresso umano».


Le proteste per l’uccisione di Mahsa Amini

In Iran non si arrestano le proteste nelle piazze dopo l’uccisione di Mahsa Amini, ragazza di 22 anni che è stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava il velo nel modo previsto dalla legge. Torturata per giorni è entrata in coma ed è morta dopo tre giorni di stato vegetativo. Ai manifestanti le autorità stanno rispondendo con gas, idranti e repressioni. Per questo motivo salgono a 8 i contestatori uccisi nelle piazze iraniane, secondo il bilancio della Hengaw Organization for Human Rights che – con sede in Norvegia – monitora le violazioni dei diritti in Iran.


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