«A Zaporizhzhia i tecnici ucraini ostaggi di 500 soldati russi». Zelensky: così Mosca vuol sabotare la centrale

Il presidente ucraino ai media francesi accusa Mosca di non voler riallacciare la più grande centrale nucleare in Europa, così da negare energia elettrica proprio ai Paesi Ue

Nella centrale nucleare di Zaporizhzhia ci sono ancora tecnici ucraini impegnati nella manutenzione dell’impianto, ma questi sono «come ostaggi perché ci sono circondati da 500 soldati russi» dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervistato da diverse testate francesi a Kiev. La massiccia presenza di truppe russe era stata denunciata anche dagli ispettori dell’Aiea, l’agenzia atomica dell’Onu, che ne aveva sottolineato la pericolosità, soprattutto in caso di un’eventuale evacuazione. Al momento, ha aggiunto Zelensky, la centrale «è scollegata e il personale fatica ad accendere almeno un’unità su sei». Secondo il presidente ucraino, la presenza dei soldati russi a presidio della centrale ha una funzione di sostanziale sabotaggio. Zelensky sostiene che Mosca non ha alcun interesse al funzionamento della centrale, in modo da non fornire energia alle regioni ucraine ed eventualmente ai Paesi Ue. Sulla centrale persiste anche un pericolo esplosione, dice il presidente ucraino, soprattutto per il pericolo delle azioni russe, a cominciare dai frequenti bombardamenti nella zona. Zelensky ha ricordato come il disastro di Chernobyl nel 1986 fu causato dall’esplosione di una sola unità, mentre Zaporizhzhia ne ha sei in totale.


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