Zaporizhzhia, primi contatti sulla sicurezza. l’Aiea pressa: «Preoccupati per altre bombe». Allarme aereo su tutta l’Ucraina: razzi russi dal Mar Nero

Riparte la linea elettrica di riserva per alimentare il raffreddamento per la centrale, dopo lo spegnimento di tutti i reattori. Ma nel Paese continuano a essere segnalati blackout dopo raid russi

«Il direttore generale dell’Aiea accoglie con favore la notizia del ripristino della linea elettrica di riserva ma resta seriamente preoccupato dalla situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia e lo resterà finché i bombardamenti continueranno». Così in un tweet di poche ore fa l’Agenzia Internazionale per l’energia aggiorna sulle ultime notizie dalla centrale a sud-est dell’Ucraina. «È necessario creare con urgenza una zona di protezione della sicurezza nucleare nell’impianto», continua, «e al riguardo delle consultazioni sono iniziate». La centrale nucleare sotto il controllo delle forze russe da marzo scorso, è finita presto al centro di un pericoloso fuoco incrociato tra Kiev e Mosca. L’obiettivo da giorni è quello di sventare una seria minaccia nucleare. Dopo lo spegnimento dell’ultimo reattore avvenuto nella mattinata dell’11 settembre, Aiea ha fatto sapere del ripristino della linea elettrica di riserva utile a fornire all’impianto l’elettricità necessaria per il definitivo raffreddamento del reattore. «Anche con tutti i reattori spenti, è comunque necessaria l’alimentazione per il raffreddamento del reattore e altri sistemi necessari per mantenere la sicurezza», spiega l’ultima nota dell’Agenzia. Gli esperti dell’AIEA sono presenti sul sito dallo scorso 1 settembre, guidati sul posto dal Direttore generale Rafael Grossi.


Il braccio di ferro pericoloso

Mentre Vladimir Putin continua ad accusare Kiev per «i ripetuti attacchi all’impianto», il Cremlino sembra fare orecchie da mercante sull’appello del presidente francese Emmanuel Macron «di ritirare immediatamente mezzi pesanti e leggeri dalla centrale». Allo stesso modo l’Eliseo ha chiesto alle forze ucraine «di interrompere immediatamente gli attacchi» e scongiurare così «conseguenze catastrofiche». Un braccio di ferro su cui Aiea continua a dirsi allarmata, ribadendo un rischio tutt’altro che sventato. Pochi giorni fa Grossi aveva spiegato con precisione quali fossero gli elementi più preoccupanti. «Non sono in pericolo i reattori, protetti da edifici molto robusti, difficili da bucare, ma il combustibile che non ha lo stesso grado di protezione. Ci sono due fori da colpi di mortaio di un metro di diametro sul tetto di un magazzino di combustibile nucleare: siamo stati molto fortunati, perché quei colpi avrebbero potuto disperdere nell’ambiente materiale radioattivo».


Kiev ha accusato Mosca in più occasioni di voler prendere possesso della centrale per staccare le linee elettriche del Paese. Nell’ultima nota, Aiea conferma: «Gli altri cinque reattori erano già in fase di spegnimento a freddo e l’impianto attualmente non fornisce elettricità a famiglie, fabbriche e altri che fanno affidamento su di essa per le loro esigenze». A questo proposito, poche ore fa, l’agenzia di stampa Unian ha riportato la notizia di blackout in diverse regioni ucraine a seguito di raid russi. «Dopo le segnalazioni di esplosioni, diverse regioni sono senza elettricità o hanno problemi di alimentazione elettrica. Tra quelle più colpite ci sono Kharkiv, dove è in corso una massiccia controffensiva di Kiev, e Sumy». Nel frattempo nella zona della centrale la situazione non sembra migliorare. I sei reattori da 1.000 megawatt, insieme alle loro riserve di combustibile irradiato e ai fusti di stoccaggio delle scorie nucleari, comprendono armi di distruzione di massa che, nel peggiore dei casi, se i missili colpiscono e violano uno o più unità, comporterebbe la diffusione della contaminazione radioattiva su potenzialmente migliaia di chilometri.

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