Gli Stati Uniti sanzionano sette alti funzionari iraniani per la repressione delle proteste

Colpiti, tra gli altri, il ministro dell’Interno iraniano, il capo della polizia informatica e il ministro della Comunicazione

A tre giorni dall’annuncio del presidente statunitense Joe Biden, da Washington, arriva oggi un nuovo pacchetto di sanzioni contro Teheran e, più precisamente, contro sette funzionari iraniani accusati di aver represso le proteste esplose in tutto il paese dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda, morta mentre era sotto custodia della polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab, e per la decisione del governo iraniano di sospendere l’accesso a Internet e alle principali reti di comunicazione usate dai manifestanti, causando continui blackout e spesso ripristinati da utenti all’estero, inclusa l’Italia, grazie alla creazione di server proxy per permettere agli iraniani di “ricollegarsi” alla rete e dunque poter ripristinare le comunicazioni interne all’Iran. Tra i sette alti funzionari iraniani colpiti dalle sanzioni statunitensi, secondo quanto comunicato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e riportato in una nota ufficiale, spiccano i nomi del ministro dell’Interno dell’Iran, Ahmad Vahidi, il capo della polizia informatica iraniana, Vahid Mohammad Naser Majid e il ministro delle Comunicazioni dell’Iran, Eisa Zarepour.


Il sottosegretario al Tesoro statunitense, Brian Nelson, ha dichiarato: «Gli Stati Uniti condannano il blocco di Internet da parte del governo iraniano e la continua repressione violenta delle proteste pacifiche, e non esiteranno a prendere di mira coloro che dirigono e sostengono tali azioni». Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno comunicato che migliaia di persone sono state arrestate e centinaia ferite nella repressione condotta dalle forze di sicurezza, tra cui i Basij, una milizia affiliata alle Guardie Rivoluzionarie iraniane. I gruppi per i diritti umani stimano che siano morte oltre 150 persone per mano degli agenti iraniani, durante la repressione delle proteste. Le autorità iraniane, da parte loro, hanno invece denunciato la morte di diversi agenti, e accusato diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti, di ingerenze per destabilizzare l’Iran, senza però fornire alcuna prova concreta.


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