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Elly Schlein dura sull’elezione di La Russa e Fontana: «La destra mostra il suo vero volto scegliendo i suoi profili più estremisti»

15 Ottobre 2022 - 15:05 Michela Morsa
elly schlein primarie pd
elly schlein primarie pd
La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, ora eletta alla Camera dei Deputati con il Pd, ha commentato aspramente la strategia della coalizione vincente

Le figure scelte dalla coalizione di centrodestra per la presidenza delle due Camere del Parlamento, il fondatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa al Senato e il leghista Lorenzo Fontana alla Camera, faticano ad andare giù a molti. «Una pessima partenza. La destra mostra il suo vero volto, offrendo per le massime cariche dello Stato i suoi profili più estremisti. Hanno scelto candidature divisive, persone che anziché rappresentare tutti i cittadini hanno sempre fatto scelte per discriminarne alcuni. La destra dimostra così di avere scarso senso delle istituzioni», questo il duro commento al Tg1 di Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e neoeletta alla Camera dei Deputati con il Pd. «Una destra peraltro disunita che è stata aiutata da un soccorso vergognoso da un gruppo di senatori di minoranza che mi hanno ricordato i 101 franchi tiratori del 2013 contro Romano Prodi», ha aggiunto in riferimento ai voti segreti giunti dall’opposizione che hanno permesso a Ignazio La Russa di conquistare la presidenza del Senato. Parlamentari, a detta di Schlein, «dipendenti dal tatticismo disperato, che non hanno nemmeno il coraggio di dichiararsi a fronte dei milioni di elettori ed elettrici che solo qualche settimana fa li hanno portati in Parlamento».

Già ieri, in seguito all’elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera, Schlein aveva commentato: «Ieri dopo un meraviglioso discorso di Liliana Segre, è stato eletto La Russa, che non troppo tempo fa si è definito un erede del duce, e oggi è stato eletto Fontana, noto per le sue posizioni antiabortiste, di negazione dei diritti Lgbtq+ e di uscite che strizzano fortemente l’occhio a Putin. La destra dimostra lo scarso senso delle istituzioni, abbiamo visto prepotenza in questa nomina». Impossibile negare le divisioni dell’opposizione: «Noi abbiamo votato una figura molto autorevole, Maria Cecilia Guerra. E lo avevamo proposto anche alle altre forze di opposizione, che hanno fatto una scelta diversa. Avrei sperato in un maggior afflato unitario, ma continueremo a lavorare per compattare le posizioni delle opposizioni contro l’arroganza di questa destra».

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