Bonaccini, Provenzano, Elly Schlein: chi sarà il nuovo segretario del Pd dopo la débâcle

L’addio di Letta fa partire la corsa del congresso. Che sarà anticipato a febbraio. E tre nomi sono in lizza

Enrico Letta vuole traghettare il Partito Democratico fino al nuovo congresso. Dopo il fallimento della strategia del voto utile l’ex premier ha annunciato il suo addio alla poltrona di segretario. Si tratta dell’ottavo in quindici anni. E verrà eletto con tutta probabilità a febbraio invece che a marzo. E scatta anche qui un totonomi. Quello sulle candidature alla segreteria. Tutto dipenderà dalla partita a scacchi fra le anime più rappresentative del partito. Oltre a quelle che fanno riferimento ad Andrea Orlando e Lorenzo Guerini, anche quella che guarda a Dario Franceschini. E gran parte del dibattito verterà sulle alleanze: «Il problema non era il campo largo – ha detto ieri un altro ex segretario, Nicola Zingaretti -. Ma non averlo avuto. Divisi si perde tutti».


Il candidato naturale

Il candidato naturale alla successione di Letta è Stefano Bonaccini. Il presidente dell’Emilia-Romagna ha l’appoggio di correnti come Base Riformista e su di lui potrebbe confluire anche Area Dem. Durante le elezioni ha rilasciato interviste facendo molta attenzione a non pestare i piedi a Letta. Ma dimostrando di avere le idee chiare sulla direzione che deve intraprendere il partito. Ma puntando su proposte chiare e comprensibili:  «Una busta paga in più in tasca ai lavoratori e un salario minimo per chi oggi non è coperto da un contratto collettivo. Una forte spinta sulla transizione ecologica ed energetica perché significa bollette più basse e un pianeta più pulito per i nostri figli, a fronte della destra che vaneggia di nucleare senza dire dove e quando. Infine, più sanità pubblica». Scegliendo con attenzione le parole per definire il centrosinistra e il centrodestra: «Non è un voto tra il bene e il male, ma tra proposte radicalmente alternative: noi stiamo con l’Europa dei diritti e delle libertà mentre la destra guarda a PutinOrban e Bolsonaro. Noi vogliamo una società più giusta, meno diseguale, innovativa. La destra affida al mercato anche la scuola e la salute». Ma di fronte a uno dei maggiorenti Dem, racconta oggi il Corriere della Sera, è stato ancora più chiaro: «Qui o cambiamo radicalmente e riprendiamo a parlare alla gente o andremo avanti di sconfitta in sconfitta».


Il prescelto della sinistra del partito

Peppe Provenzano invece è il preferito della sinistra del partito. La Stampa riporta oggi le parole pronunciate da Provenzano davanti a Letta. Che sembrano un manifesto elettorale: «Non ci serve un nuovo segretario, ma un nuovo partito. È questo che non siamo riusciti a realizzare ed è questo di cui abbiamo davvero bisogno». E quindi: «Non servono scorciatoie personalistiche e un congresso che sia una mera conta sui nomi», serve piuttosto «una nuova identità, tornare a parlare ai propri mondi di riferimento, smettere di essere responsabili a prescindere, farsi carico delle battaglie e delle istanze della parte più sofferente del Paese. Senza gli equilibrismi continui che tanto hanno danneggiato il Pd degli ultimi anni».

L’outsider

Infine c’è Elly Schlein. Che sarebbe, secondo alcune indiscrezioni, la preferita di Letta e di una parte della sinistra Dem che non si riconosce in Orlando. Lei è stata incoronata dal Guardian come astro nascente della sinistra italiana. E ha infiammato Piazza del Popolo nell’ultimo giorno della campagna elettorale facendo il verso a Giorgia Meloni. 37 anni, ha il problema di non essere ancora iscritta al Pd. Uscì in polemica con il Jobs Act. Ma oggi potrebbe diventare capogruppo a Montecitorio. E c’è chi fa sapere che Bonaccini, proprio per parare il colpo della sua candidatura, starebbe pensando di presentare un ticket con Simona Bonafé. Anche altre candidature cominciano a profilarsi: quella del sindaco di Pesaro Matteo Ricci e quella del primo cittadino di Firenze Dario Nardella.

Leggi anche: