Acquisti comuni, price cap contro la speculazione e aiuti a famiglie e imprese: cosa c’è nel piano dell’Ue contro il caro gas

Superate le resistenze di Olanda e Germania, l’Ue si muove verso un intervento storico. Non ci sarà, però, il tetto al gas usato per produrre elettricità

Sono bastate le prime anticipazioni sul piano gas che la Commissione Europea domani proporrà al Consiglio per far scendere il prezzo del gas al mercato di Amsterdam. La piazza ha aperto stamattina in calo del 3,87%, con i contratti futures sul mese di novembre che vengono pagati 136,5 euro al Megawattora, meno della metà del massimo storico raggiunto poche settimane fa di oltre 300 euro. Dopo mesi di pressioni, inizialmente da parte italiana e poi di sempre più Paesi, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, l’esecutivo europeo dovrebbe introdurre una quota obbligatoria di acquisti comuni, che dovranno essere del 15% del volume degli stoccaggi dell’Unione. Questo è quello che si legge nella bozza, visionata in anteprima dal quotidiano La Stampa. Nel documento si trova anche in interruttore antispeculazione da applicare al mercato Ttf di Amsterdam e di una possibile obbligatorietà del taglio dei consumi energetici del 15% in caso stop improvviso delle forniture da Mosca. Si parla poi dell’ormai famoso price cap dinamico voluto dal ministro alla transizione ecologica uscente Roberto Cingolani.


Acquisti congiunti per il 15% degli stoccaggi

Forse la più grande novità presente nella bozza è la proposta della Commissione «di dotare l’Ue degli strumenti giuridici per l’acquisto congiunto di gas», tramite una piattaforma comune da mantenere almeno fino al 2025. Questa dovrebbe «coordinare il riempimento degli stoccaggi», che in caso di stop al gas russo si alleggerirebbero di 100 miliardi di metri cubi all’anno. È prevista «una partecipazione obbligatoria degli Stati membri all’aggregazione della domanda per almeno il 15% del volume di riempimento» delle riserve comunitarie. Pare, inoltre, che la misura potrà essere approvata anche senza dover raggiungere l’unanimità sul voto. Questa possibilità sfrutterebbe l’articolo 122 del trattato dell’Unione Europea, permettendo di votare l’intervento a maggioranza assoluta. Oltre a ciò, per effettuare gli acquisti del gas, dovrebbe essere possibile utilizzare fino al 10% dei fondi di coesione dell’Ue.


L’interruttore antispeculazione

L’esecutivo dell’Unione lo mette nero su bianco: i prezzi del gas alla borsa di Amsterdam hanno toccato «livelli senza precedenti e sono molto volatili». Per questo si propone di separare il prezzo del gas che arriva via tubo da quello che arriva via nave, il gas naturale liquefatto (Gnl). La scissione, però, non vedrà la luce prima del 2023. Nel frattempo, quindi è previsto un «meccanismo per limitare i rezzi tramite il Ttf da attivare in caso di necessità». È questo il price cap dinamico. Il dinamismo sussiste nel modo in cui il tetto al prezzo viene applicato. Il limite verrebbe stabilito su base temporanea. Non solo, si legge dell’introduzione di un massimale di prezzo infragiornaliero che dovrebbe mettere freno alle possibili speculazioni, segnando un culmine quotidiano. Lo strumento prende il nome di “interruttore antispeculazione”. Nella bozza che circola in queste ore, la proposta di un tetto dinamico viene segnalata come «misura di ultima istanza», da attivarsi «a condizioni specifiche». Il price cap dinamico compare non solo nella bozza della Commissione Ue, ma anche in quella che contiene le richieste del Consiglio europeo rivolte proprio a von der Leyen. I ministri dell’Energia chiedono di «esplorare un quadro Ue temporaneo per limitare il prezzo del gas nella produzione di elettricità a un livello che aiuti a ridurre i prezzi senza modificare l’ordine di merito e senza portare a un aumento generale del consumo di gas».

I fondi di coesione a famiglie e imprese contro il caro bollette

Infine, i fondi di coesione dovrebbero poter essere utilizzati per intervenire in aiuto a famiglie e Pmi contro il caro bollette. Gli Stati membri avranno probabilmente a disposizione il 10% dei fondi del periodo 2014-2020, per un massimo, nel 2023, di 5 miliardi per l’intera Unione. Nella bozza del documento si legge che «la priorità immediata è proteggere le famiglie e le imprese, in particolare i soggetti più vulnerabili delle nostre società». Per farlo, l’Ue propone di mantenere «le parità di condizioni e l’integrità del mercato unico», invitando gli Stati a usare «tutti gli strumenti pertinenti» per aumentare la resilienza delle nostre economie.

Il taglio obbligatorio ai consumi di gas

Di fronte alla crisi energetica, poi, l’Unione Europea è «pronta, se necessario, a far scattare l’allerta» e rendere obbligatorio il taglio del 15% dei consumi di gas. Questo è ciò che emerge dalla bozza delle nuove misure che saranno presentate domani dalla presidente Ursula von der Leyen. Nel documento che sta circolando in queste ore ci sarebbe anche l’ipotesi di «proporre, se giustificata, una proroga del regolamento» sul taglio dei consumi, modificando «l’obiettivo di riduzione della domanda di gas».

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