Il Parlamento comincia i lavori con una proposta di legge contro l’aborto. Nel Ddl Gasparri la modifica sui diritti del feto

Tra le primissime mosse politiche del nuovo assetto targato centrodestra anche quella del cambiamento di uno dei principi fondanti del diritto all’interruzione di gravidanza

Nel primo giorno di lavori in Parlamento, mentre si discuteva delle presidenze e la maggioranza già litigava sul futuro governo, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha presentato un Ddl per modificare l’art. 1 del codice civile, dove si spiega che i diritti che la legge riconosce a favore del concepito «sono subordinati all’evento della nascita» e che «la capacità giuridica», quindi, «si acquista al momento della nascita». Sul sito ufficiale del Senato della Repubblica compare chiaramente il riferimento a una delle prime iniziative parlamentari, «annunciata», si legge, «nella seduta n.1 del 13 ottobre». Un segnale chiaro di come uno degli argomenti centrali della campagna elettorale ora si faccia largo nelle iniziative del centrodestra: sul tema dell’aborto nel periodo elettorale erano arrivate molteplici rassicurazioni dalla leader di FdI Giorgia Meloni, «non toccheremo la legge 194», aveva detto. Ma adesso, nelle primissime ore di attività del nuovo parlamento, il senatore di Forza Italia ha immediatamente puntato su uno dei principi più importanti che tutela il diritto all’interruzione di gravidanza. Modificare l’articolo 1 del Codice civile significa mettere in discussione la superiorità dei diritti del nato rispetto a quelli del feto. Un approccio al centro delle battaglie degli stessi movimenti pro vita che da anni sostengono la titolarità del diritto alla vita, alla salute, all’integrità fisica e alla capacità giuridica di ogni bambino fin dal concepimento e non solo dopo la nascita. Già a poche ore di distanza dai risultati ufficiali delle urne, il centrodestra non aveva tardato a dare segnali contraddittori sul tema. Da esempio il caso scoppiato nel Consiglio regionale della Liguria in cui FdI si era astenuto dall’ordine del giorno, presentato dal Pd, sull’accessibilità all’interruzione di gravidanza nelle strutture sanitarie del territorio. Forza Italia si era invece divisa, con parte dei consiglieri che hanno scelto di non essere presenti in aula nel momento del voto.


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