Senato, la dichiarazione di voto di Berlusconi: «Oggi Meloni è premier grazie al centrodestra che ho creato io, 28 anni fa» – Il discorso

«Oggi voteremo convintamente la fiducia» ha assicurato il presidente di Forza Italia. E sul conflitto russo-ucraino: «Sempre dalla parte dell’Occidente e della libertà»

Era la dichiarazione di voto più attesa della giornata. Silvio Berlusconi, dopo aver tenuto in fibrillazione il governo nascente nelle scorse settimane, oggi – 26 ottobre – ha fatto la dichiarazione di voto per il gruppo Forza Italia a Palazzo Madama. Ed è stata una dichiarazione che ha dissipato ogni dubbio: lealtà del suo partito verso l’esecutivo e nessuna ombra sulla collocazione atlantista per quanto concerne la guerra in Ucraina. «Sono felice di essere qui. E sono felice anche perché tre ore fa ho avuto il mio 17esimo nipotino – sorride il Cavaliere -. È per me motivo di soddisfazione riprendere la parola in Senato dopo nove anni. Sono felice perché il popolo italiano ha scelto di affidare, ancora una volta, il governo del Paese alla coalizione di centrodestra. Coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa». Berlusconi ha più volte sottolineato di essere stato il fondatore della coalizione: «Se oggi è per la prima volta al governo del Paese, è stato possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale – ha detto rivolgendosi a Giorgia Meloni -. È nata una coalizione che non si è mai divisa, che ha saputo stare insieme anche all’opposizione. Una coalizione che è stata sempre artefice di grande scelte di democrazia e libertà».


La parola più utilizzata nell’intervento è “libertà“. Berlusconi l’ha usata per concedersi l’ennesimo amarcord della sua dichiarazione di voto: «Non è questo il momento per ricordare tutti i successi ottenuti dai governi di centrodestra. Ma una cosa voglio rivendicare con orgoglio: i nostri governi hanno sempre avuto come stella polare del loro agire la libertà. Non abbiamo mai approvato una norma che potesse ridurre gli spazi di libertà dei cittadini. Mai compiuto una scelta di politica internazionale che non fosse dalla parte dell’Occidente, della libertà. Oggi voteremo convintamente la fiducia», ha ribadito già prima di raggiungere la metà del suo discorso. Poi, il presidente di Forza Italia ha elencato le sfide che il centrodestra dovrà affrontare, tra cui «la lentezza della burocrazia, l’inefficienza del sistema giudiziario, l’insostenibilità del carico fiscale su famiglie e imprese. Tra le priorità – ha ripetuto Berlusconi -, la riforma della tassazione, per un fisco più equo e più leggero. Anche la riforma della giustizia è una priorità irrinunciabile. Non solo per la durata dei processi: bisogna fissare le udienze al massimo dopo due settimane. Dobbiamo farlo per una questione di civiltà e di libertà. Una riforma davvero garantista. Al centro di tutto, poi, dobbiamo mettere la persona. Siamo per la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, del sostegno alla natalità, della difesa della famiglia la cui funzione sociale è irrinunciabile».


Berlusconi, che ha letto quasi la totalità del suo discorso, si è rivolto direttamente ai senatori presenti a Palazzo Madama per chiarire la posizione del partito sul conflitto russo-ucraino: «Onorevoli senatori, il nuovo governo si insedia in un momento particolarmente difficile. Il momento più pericoloso dalla fine della Guerra Fredda. Non possiamo che ribadire le linee portanti della nostra politica estera, e cioè la solidarietà dell’Occidente, soprattutto di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove. Io sono sempre stato un uomo di pace e sempre in pieno accordo con i responsabili dei governi dell’Europa, della Nato, degli Stati Uniti. Il mio progetto, condiviso da molti, era quello di recuperare la Russia all’Europa – ha citato l’accordo di Pratica di Mare del 2002 -. Questo progettavamo per poter affrontare come Occidente la grave crisi dell’espansionismo cinese. Purtroppo l’invasione dell’Ucraina ha vanificato questo disegno. In questa situazione non possiamo che essere con l’Occidente. Dobbiamo lavorare per la pace, e lo faremo con i partner occidentali e nel rispetto della libertà del popolo ucraino».

In chiusura, Berlusconi ha promesso fedeltà a Meloni, fissando l’orizzonte dell’esecutivo a cinque anni: «Signora presidente del Consiglio. Forza Italia lavorerà al suo fianco con lealtà. Da europeisti, atlantisti, garantisti. Nel 1994, in questa stessa Aula, chiedendo la fiducia, conclusi il mio intervento parlando della possibilità di sognare un futuro migliore per questo Paese. Parlai di un’Italia più moderna ed efficiente. Un’Italia più prospera e serena, più ordinata e sicura. Queste le mie parole di allora, queste le mie parole di oggi. Auguri per i prossimi cinque anni di lavoro». Poi, un tributo dell’Aula e del governo: quasi tutti i ministri si sono alzati in piedi per applaudire Berlusconi. Ignazio La Russa, presidente di Palazzo Madama, ha voluto sottolineare che i minuti in più sono stati concessi sì a Berlusconi, ma anche a Matteo Renzi.

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