Grotte marziane cercansi, gli scienziati individuano almeno 9 caverne adatte a ospitare gli esseri umani (nel futuro)

La più grande ha le dimensioni di un campo da calcio. Ma sarà necessario verificare che queste aree abbiano un sufficiente sviluppo in profondità per poter ospitare in sicurezza gli astronauti

Grotte marziane cercansi. Un team di ricercatori della Geological Society of America (GSA) ha identificato nove di quelle che si ritengono essere le grotte più vivibili sulla superficie di Marte, mentre si ricercano spazi sufficientemente grandi per poter ospitare i futuri esploratori spaziali, come riportato dal New York Times. Il Pianeta Rosso è un luogo ostile: la temperatura media è di circa -65°C, mentre l’atmosfera è sottile e non è presente nessuno strato di ozono. Marte non ha infatti nessuno strato difensivo contro le radiazioni solari, oltre a essere un pianeta che corre un alto rischio di essere colpito da meteoriti. Di conseguenza, gli scienziati sono alla ricerca di grotte, o comunque di porzioni di sottosuolo che permettano alle persone di poter sopravvivere sul pianeta. I ricercatori, partendo dal Mars Global Cave Candidate Catalog, una collezione di oltre 1.000 grotte identificate dalle sonde spaziali della NASA, Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter, hanno dapprima circoscritto un’ipotetica area di atterraggio su Marte e, nel raggio di 100 chilometri hanno individuato le “caverne” più idonee a ospitare gli esseri umani. Così facendo, gli scienziati hanno ridotto il numero di grotte idonee a 139, assicurandosi che queste avessero un’estensione anche nel sottosuolo. E così gli scienziati hanno individuato 9 caverne principali che in futuro potrebbero ospitare turisti spaziali. La più grande ha le dimensioni di un campo di calcio. Al momento, però, non è certo che queste grotte possano essere utilizzate dagli esseri umani, perché i rover della NASA presenti sul pianeta rosso sono, al momento, troppo distanti per poterne rilevare le caratteristiche morfologiche e idonee a ospitare gli esseri umani e si dovrà dunque attendere che possano essere ispezionate.


Foto in copertina: NASA/JPL-Caltech


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