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Scende l’evasione fiscale in Italia, ma le partite Iva evadono di più grazie alla flat tax – I dati del Mef

06 Novembre 2022 - 13:44 Redazione
Da quando vige il regime forfettario tassato al 15% entro i 65 mila euro, molti autonomi avrebbero dichiarato meno in modo da rientrare nella soglia, causando un ammanco alle casse dello Stato di 28 miliardi

L’evasione fiscale è in diminuzione. Questa è la tendenza generale evidenziata nella relazione allegata alla Nadef. Il trend, però, nasconde un andamento opposto dell’Irpef: nel 2020 lo Stato ha ottenuto solo il 68,7% di quanto avrebbe dovuto ottenere da lavoratori autonomi e imprese. Secondo i calcoli del Ministero, l’evasione dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche ha sottratto alle casse italiane 27,65 miliardi di euro. Per quanto riguarda il lavoro dipendente, cresce – anche se di poco – la cifra evasa. Si passa dai 4,4 miliardi di euro del 2019 ai 4,6 del 2020. Insomma, anche se a livello nazionale si evade meno, la propensione degli autonomi è aumentata considerevolmente. Perché? Come sottolineato dal Sole 24 Ore, la relazione mette in risalto il fenomeno dei «falsi minimi». Dal 2019, in Italia vige il regime forfettario per le partite Iva che guadagnano meno di 65 mila euro l’anno. Per questi soggetti, la tassazione non è progressiva, ma fissa al 15%. Ciò vuol dire – evidenzia la relazione – che guadagnare anche un solo euro più della soglia porterebbe a versare le tasse secondo la normale aliquota Irpef del 43%. Il che ha spinto molti lavoratori autonomi a dichiarare meno introiti, in modo da rientrare nella soglia del 65 mila.

La flat tax alle partite Iva ha fatto salire l’evasione

Gli autori, esperti economisti guidati da Alessandro Santoro, avvertono che si tratta di risultati preliminari, che però suggeriscono che la flat tax alle partite Iva abbia fatto aumentare l’evasione fiscale, anziché farla diminuire come sostengono invece i promotori, Lega e Forza Italia in prima linea. La notizia arriva proprio nei giorni in cui il nuovo governo sta lavorando all’innalzamento della soglia per il regime forfettario da 65 mila a 85 mila euro l’anno, per il quale devono ancora essere trovati i fondi. La relazione, poi, sottolinea che l’evasione dell’Iva si è ridotta in concomitanza con gli incentivi ai pagamenti elettronici, tra cui la fatturazione elettronica e lo split payment, per cui i committenti versano l’Iva direttamente all’erario e non tramite i prestatori. Il testo della relazione è pronto da fine settembre, quando il Governo Draghi aveva trovato i 10 miliardi di euro che costituiscono un terzo della nuova Nadef approvata dall’esecutivo Meloni. Il Mef aveva indicato questo come momento opportuno per la diffusione della relazione.

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