Il direttore di Domino Dario Fabbri analizza quella che definisce «un’importante svolta» nel conflitto tra Russia e Ucraina. Il ritiro annunciato dei russi da Cherson «apre a conseguenza quasi decisive». I russi hanno stabilito di essere ormai in trappola all’interno della città a sud dell’Ucraina, dopo la controffensiva ucraina durata per giorni, scegliendo di posizionarsi sulla sponda meridionale del fiume Dnipro. «Che cosa può accadere adesso?». Fabbri sottolinea come la più grande disfatta della Russia da inizio guerra e la mancata presa di Kiev metterà all’angolo i tentativi di narrazione del Cremlino, per il quale sarà ora molto difficile presentare le mosse delle truppe russe come parte di una strategia definita. Sul piano geopolitico invece c’è da considerare la perdita da parte di Mosca del canale del nord «che conduce all’approvvigionamento idrico della Crimea». In questo modo la stessa penisola «si aprirà ad attacchi più semplici». Non ultimo le intenzioni di negoziato avanzate da Mosca con il ritiro sulle sponde del Dnipro. «Hanno capito che in questo momento è più facile perdere terreno che acquisirlo e quindi si mostrano aperti alla possibilità di negoziato, così come vorrebbero anche gli Usa che spingono Kiev a trattare».
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