Cop27, nella prima bozza del documento finale il paragrafo sui fondi ai paesi più poveri è vuoto

A due giorni dalla fine della conferenza sul clima manca ancora un accordo sul meccanismo “Loss and Damage” richiesto dagli Stati in via di sviluppo

A due soli giorni dalla chiusura dei negoziati, alla Cop27 di Sharm El-Sheikh manca ancora un accordo sul documento finale. I lavori della conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite sono iniziati la scorsa domenica. Il tema al centro dei negoziati di quest’anno è soprattutto la creazione di un meccanismo finanziario ad hoc per i Loss and Damage (perdite e danni). Ovvero un fondo per finanziare la ricostruzione dei Paesi più colpiti dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. La bozza del documento finale della Cop27, pubblicata la scorsa notte, «riconosce la crescente urgenza di affrontare le perdite e i danni del riscaldamento globale». Il paragrafo dedicato a questo tema, però, è ancora vuoto, così come quello intitolato «Bisogni speciali e speciali circostanze in Africa».


Il nodo della finanza climatica

Sul tema del Loss and Damage lo scontro vede due fazioni contrapposte. Da un lato, la Cina e i 134 Paesi emergenti del G77 chiedono la creazione di un fondo ad hoc finanziato dai Paesi più sviluppati, ritenuti i maggiori responsabili dell’aumento delle temperature e delle emissioni di gas inquinanti. Dall’altro, Stati Uniti e Unione Europea temono di essere costretti a sborsare troppi soldi. E per questo spingono per l’aggiornamento degli strumenti di aiuto già esistenti.


A rilevare la distanza di queste due posizioni è la stessa bozza del documento finale della Cop27, in cui si «nota con preoccupazione il crescente gap fra i bisogni dei Paesi in via di sviluppo e il sostegno fornito da quelli sviluppati». Le stime delle Nazioni Unite dicono che i Paesi più vulnerabili avranno bisogno di 5.600 miliardi di dollari da qui al 2030 per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Nel 2019 e 2020, però, il flusso di finanza climatica globale si è fermato a 803 miliard. Una cifra considerata troppo bassa rispetto a quella necessaria. Per questo, la bozza del documento «sollecita i Paesi sviluppati ad aumentare il sostegno».

Il rispetto delle promesse

Non solo, i Paesi più poveri lamentano anche il mancato rispetto delle promesse fatte alle ultime conferenze per il clima. Alla Cop15 di Copenaghen, infatti, i Paesi sviluppati si erano impegnati a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i paesi in via di sviluppo nella gestione dei cambiamenti climatici. A fine 2022, però, quella promessa non è ancora stata rispettata. Oltre ai governi occidentali, il fronte guidato dai Paesi del G77 chiede una mano anche a «tutti gli attori finanziari», che vengono invitati ad «aumentare la loro ambizione climatica». E di conseguenza di «accrescere i fondi» necessari per tradurla in misure concrete.

Nessun nuovo target sulle emissioni

Se sulla questione della finanza climatica si cerca un accordo considerato «storico» da molti osservatori, lo stesso non si può dire sugli impegni relativi alle emissioni di gas serra. La bozza del documento finale della Cop27, infatti, non prevede nessun nuovo target, Si limita a sottolineare «l’importanza di esercitare tutti gli sforzi per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben sotto i 2 gradi Celsius dai livelli pre-industriali. E per perseguire gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali».

Secondo quanto riportato dal Guardian, inoltre, sembra essere sfumata – almeno per il momento – la proposta avanzata da India e Unione Europea di inserire nel documento finale la promessa di «riduzione graduale di tutti i combustibili fossili». Sulle rinnovabili, infine, il documento provvisorio chiede di investire almeno 4.000 miliardi di dollari all’anno. Nella bozza si sottolinea «l’importanza di migliorare la quota di rinnovabili nel mix energetico» di ogni Paese. E si «incoraggiano le misure per la riduzione della produzione elettrica a carbone».

Foto di copertina: EPA / SEDAT SUNA | Un’attivista posa con un vestito fuori dal centro congressi che ospita la Cop27 a Sharm El-Sheikh, in Egitto (16 November 2022)

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