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Manovra, dall’aumento delle pensioni minime alla riduzione dell’Iva su pannolini e assorbenti: le prime indiscrezioni

21 Novembre 2022 - 19:43 Redazione
Il pacchetto di misure sul tavolo del governo sarà di 32 miliardi di euro: tra i temi più discussi il taglio al Reddito di cittadinanza

Iniziato con circa mezz’ora di ritardo il Consiglio dei ministri che ha il compito di esaminare la legge di Bilancio 2023. Mentre i membri dell’esecutivo sono riuniti a Palazzo Chigi, iniziano a trapelare le prime notizie sul contenuto della manovra. Forza Italia sarebbe riuscita a convincere la maggioranza ad aumentare le pensioni minime da 523 a 600 euro. D’altro canto, si ridurrebbe invece l’erogazione del Reddito di cittadinanza da 12 a otto mesi per tutti i percettori occupabili. Nel capitolo pensioni, rientrerebbe anche la soluzione ponte per un anno per superare la legge Fornero. A quanto si apprende, si sta lavorando all’introduzione di quota 103, ma solo per il 2023. Dunque in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi all’attivo. Mentre il Cdm è ancora in corso, secondo quanto si apprende da fonti di governo, viene prorogata, ma modificata, Opzione donna, il calcolo contributivo che consente alle lavoratrici di ottenere un trattamento pensionistico con requisiti ridotti. L’anticipo della pensione per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi, che in manovra sarà prorogato di un anno, sarà anche legato al numero di figli. Secondo quanto si apprende, potranno andare in pensione a 58 anni le lavoratrici con due o più figli, a 59 chi ha un figlio e a 60 chi non ne ha.

Per quanto riguarda l’Iva, non ci dovrebbero essere tagli dell’imposto sui generi di prima necessità come pane, latte e pasta. Piuttosto, la legge di Bilancio dovrebbe stanziare risorse che permetteranno ai comuni di estendere l’erogazione della social card alle famiglie meno abbienti. Invece, dovrebbe calare al 5% l’Iva sui prodotti di prima infanzia e sugli assorbenti. La maggioranza avrebbe trovato poi l’accordo per lo stralcio delle cartelle esattoriali che non superano i mille euro. Il Consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera anche all’estensione della flat tax fino agli 85 mila euro di reddito per le partite Iva. Lato aziende, dovrebbe essere implementata in manovra la decontribuzione totale per le società che assumono under 35. Troverebbe spazio la richiesta leghista di inserire in manovra lo stop aumento biennale – previsto da gennaio – delle multe per violazione del codice della strada. Alcune fonti, infine, fanno sapere che potrebbero aumentare lievemente le imposte sul tabacco tradizionale, quindi non su quello utilizzato per le sigarette da inserire nei riscaldatori di tabacco. La conferenza stampa in cui verranno illustrate le misure della prima Manovra targata governo Meloni è prevista per domani, 22 novembre, alle ore 10.00.

Le prime notizie dal pre-consiglio pomeridiano

Si è concluso nel tardo pomeriggio di oggi, 21 novembre, il vertice alla Camera in vista del Consiglio dei ministri convocato alle 20.30. Il primo a uscire è stato Matteo Salvini, contento per il lavoro svolto: «La manovra è chiusa. Siamo soddisfatti, ci sono le misure chieste dalla Lega». Sul tavolo la legge di bilancio 2023 contenente un pacchetto di interventi da 32 miliardi di euro, di cui circa 21 miliardi di euro in extra-deficit per finanziare le misure contro i rincari energetici. Al vertice pre-Cdm, oltre alla premier Giorgia Meloni, c’erano i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. «La priorità è affrontare l’emergenza e dare all’Unione europea e ai mercati segnali di grande serietà. Non ci sono le risorse e non possiamo sbagliare», ha ribadito più volte la presidente del Consiglio. Tra i temi più caldi affrontati il Reddito di cittadinanza e gli interventi sul costo delle bollette. La legge di bilancio del prossimo anno dovrebbe contenere anche iniziative per tassare gli extraprofitti, alleggerire il cuneo fiscale, aumentare le pensioni, erogare assegni per le famiglie numerose, introdurre la cosiddetta Amazon tax e tagliare l’Iva sui prodotti alimentari di più largo consumo.

Tra le ipotesi al vaglio riguardo il taglio del cuneo c’è quella del ribasso di 3 punti percentuali per i redditi inferiori ai 23mila euro e di 2 punti per i redditi fino ai 35mila euro. Per le pensioni si ipotizza la “misura ponte” Quota 103: si potrà andare in pensione a 62 anni, con 41 di contributi versati. L’istituto pensionistico anticipato dovrebbe interessare circa 48mila lavoratori e lavoratrici, per un costo totale di circa 750 milioni di euro annui. Molto accesso il dibattuto sul taglio al Reddito di cittadinanza: è da escludersi la cancellazione in toto del sussidio, ma anche il taglio del sussidio per gli occupabili, inizialmente previsto dal 1 gennaio, sembra rimandato. La discussione non è stata semplice, par di capire dalle parole di Giorgetti: «Cosa faremo sul reddito di cittadinanza? Lo decide il Consiglio dei ministri. Aspettate, il Cdm è tra un’ora».

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