È uno degli ultimi processi per crimini nazisti, a 77 anni dalla fine della guerra, e si sta svolgendo nel tribunale tedesco di Itzehoe. L’imputata è un’anziana signora di 97 anni, in sedia a rotelle, imperturbabile sotto al suo cappello rosso mentre la pm in aula la accusa di essere stata complice di omicidio – «crudele e doloso» – per la morte di circa 11mila persone, durante la furia nazista nel campo di concentramento di Stutthof, in Polonia. La procuratrice Maxi Wantzen ha chiesto per Irmgard Furchner, ex segretaria del comandante del campo, 2 anni di reclusione con la condizionale. La donna avrebbe prestato servizio tra il giugno 1943 e l’aprile ’45, appena 18enne. Il suo ruolo è stato di importanza essenziale alla realizzazione del piano di morte nazista, «si stava assicurando che il campo potesse continuare a funzionare». L’imputata, dato il suo ruolo, era a conoscenza di quello che stava accadendo nel campo – dove in tutto hanno visto la morte circa 65.000 prigionieri. Secondo l’accusa, l’assenza di cibo e acqua e la diffusione di malattie letali sono state condizioni volute e mantenute dalle autorità naziste, con la complicità dell’ex segretaria. Nel giorno dell’apertura del processo – il primo da decenni contro una donna per crimini nazisti – la donna non si è presentata in tribunale, evadendo dai domiciliari ed eludendo la sorveglianza, prima di essere rintracciata vicino ad Amburgo ed essere tenuta in custodia per cinque giorni. «Questo processo ha un’importanza storica», ha sottolineato in aula la procuratrice, «potrebbe essere l’ultimo del genere».
Foto di copertina: EPA/JAN DZBAN
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