Obbligo vaccinale, il deputato FdI Pozzolo contro la sentenza della Consulta: «Nega la realtà dei fatti»
I no vax, con il passaggio alla XIX legislatura, non si sono estinti dal parlamento. Tutt’altro: con le dichiarazioni fatte sulla sentenza della Corte costituzionale, Emanuele Pozzolo si candida a ereditare lo scettro dello scetticismo scientifico che fu di Sara Cunial. Il deputato di Fratelli d’Italia, membro della commissione Esteri, critica fortemente la decisione della Consulta che, il primo dicembre, aveva definito «non irragionevoli né sproporzionate le scelte del legislatore sull’obbligo vaccinale del personale sanitario». Per Pozzolo «la sentenza attiene più alla politica che al diritto». L’esponente del partito di Giorgia Meloni ritiene persino inutile attendere il deposito delle motivazioni perché «siamo innanzi ad una sentenza di natura politica, rivolta a tutelare ex post, in modo quasi sindacale, le scelte sciagurate e autoritarie dei governi Conte e Draghi in tema di gestione della cosiddetta pandemia». Il suo scetticismo non è solo scientifico, ma anche lessicale: oltre alla «cosiddetta pandemia», Pozzolo preferisce definire i vaccini come «terapie geniche sperimentali».
Le invettive su Facebook
L’esponente meloniano di Vercelli tuona: «Stupisce che la Corte costituzionale reputi che, in condizioni di eccezionalità, il diritto alla salute possa prevalere su altri diritti, fino ad annullarli – e ancora – La posizione assunta dalla Corte costituzionale rappresenta un elemento di stupefacente bizantinismo leguleio, che nega la realtà dei fatti in nome di quella ideologia scientista che ha pervaso, con preoccupante intolleranza, il dibattito pubblico sulla gestione del Covid-19». Pozzolo, nel post pubblicato sulla sua pagina Facebook, sottolinea che «sono ancora molte le questioni da chiarire e le responsabilità da verificare in merito agli ultimi anni: perché la menzogna non può reggere in eterno e la verità sarà, di giorno in giorno, più evidente. Pensiamo alla follia dei lockdown di massa, al protocollo tecnicamente criminale della “tachipirina e vigile attesa”, alla vergogna del green pass, ai gravi effetti avversi a seguito della “vaccinazione”, alla violenta discriminazione sociale attuata su base sanitaria: su tutto questo qualcuno dovrà rispondere delle proprie azioni».
I precendenti
E conclude: «Non sarà sufficiente cercare di nascondere la testa sotto la sabbia per evitare l’emergere della verità dei fatti. Come ha dichiarato il professor Paolo Bellavite quella della Corte costituzionale è purtroppo una “decisione irragionevole, che pesa come un macigno sulla stessa Corte che l’ha presa. E peserà sempre di più con il crescere delle vittime”». Dichiarazioni di questo tipo non sono un inedito per Pozzolo. Tra i deliri no vax, un anno fa, il già assessore alle Politiche giovanili e al decoro urbano del Comune di Vercelli disse: «Cosa autorizza l’arroganza pseudo-scientifica di chi mette all’indice esseri umani che non intendono sottoporsi ad un trattamento sanitario, peraltro di natura sperimentale e che purtroppo fa registrare casi di gravi reazioni avverse, quando non addirittura il decesso fisico, che dovrebbe immunizzare da un virus ma che, nella realtà delle cose, è al massimo equiparabile ad una più o meno efficace cura preventiva?». E ancora, la sua personale definizione di green pass: «Aberrante normativa sul lasciapassare verde».
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