Da Spelacchio a Fotovoltacchio, così l’albero di Natale di Roma finisce sempre nei guai: «Una finta battaglia ambientalista»

Sgarbi critica la scelta di mettere i pannelli solari a Piazza Venezia. Gualtieri la difende: «Riduce le emissioni di CO2 di 17 kg al giorno»

È di nuovo polemica sull’albero di Natale del Comune di Roma. Questa volta, a ergersi in Piazza Venezia non è «Spelacchio», come fu con lo sfortunato abete arrivato già spoglio nel 2017, il secondo Natale dell’amministrazione Raggi, ma «Fotovoltacchio». Al centro dell’attenzione sono i due ampi pannelli fotovoltaici posti alla base della conifera che forniscono energia agli addobbi luminosi. Chi li contesta lo fa perché – riporta il Corriere della Sera – nei siti protetti dall’Unesco installazioni di questo tipo non sono consentiti.


Sgarbi: «Una finta battaglia ambientalista, diseducativa»

A ergersi paladino del decoro della piazza è stato il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi., che definisce i pannelli solari «una finta battaglia ambientalista, diseducativa». Il critico d’arte sostiene che chiederà chiarimenti alla Soprintendenza speciale di Roma. «Un’idea alla Greta Thunberg… come se bastasse mettere lì due pannelli per quattro palle mentre al Gianicolo, davanti alla Fontana dell’Acqua Paola, sostano i compattatori [di rifiuti, ndr] dell’Ama», continua Sgarbi. Il critico non ci sta con la scelta di mettere i pannelli in «una piazza monumentale», quando ci sarebbero tante alternative: «Mettessero i pannelli fotovoltaici sulla Nuvola di Fuksas, sui capannoni infiniti lungo le autostrade… Ho già fatto una storica battaglia per i centri agricoli, proverò a fare un accordo per la tutela del paesaggio».


Gualtieri: «Riduce le emissioni di CO2 di 17 kg al giorno»

Difende la decisione il sindaco Roberto Gualtieri, più pragmatico. Questa «intende promuovere con forza una cultura della sostenibilità anche tenendo conto del delicato momento storico legato alla guerra in Ucraina», spiega. Poi snocciola i dati: «L’albero consumerà 5,5 chilowattora che, invece di arrivare dalla rete, verranno autoprodotti dall’impianto fotovoltaico. Non solo: grazie alla capacità di accumulo fornirà energia eccedente con un risparmio fino a 27 kilowattora al giorno e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di oltre 17 chili al giorno».

L’amministrazione: «Decisione eccezionale»

Dal canto proprio, l’amministrazione spiega la scelta, fatta «in considerazione del delicato momento storico e del contesto internazionale particolarmente critico dovuto al protrarsi della guerra e al conseguente problema del caro energia», si legge nel verbale del tavolo del decoro a cui partecipa anche la Sovrintendenza invocata da Sgarbi. Il documento, chiarisce: «L’utilizzo di pannelli fotovoltaici deve considerarsi un’eccezione e in nessun caso l’utilizzo di questa tecnologia può costituire un precedente all’interno del Centro storico di Roma-sito Unesco».

Foto di copertina: Imagoeconomica

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