La Russa torna a proporre la mini naja volontaria: «40 giorni in caserma per i giovani tra i 18 e i 25 anni che lo desiderano»

Il presidente del Senato aveva già avanzato la proposta nel 2008, quando ricopriva il ruolo di ministro della Difesa

Ignazio La Russa ha annunciato di aver «predisposto» un disegno di legge «per portare a 40 giorni» quella che è conosciuta come mini naja volontaria. Consiste in stage estivi nelle caserme, su base volontaria, rivolti a giovani tra i 18 e i 25 anni. Una proposta che aveva già avanzato nel 2008, nei panni di ministro della Difesa. Mentre adesso, puntualizza, «non lo presenterò io (il disegno di legge, ndr) perché come presidente del Senato non posso. Lo farà un gruppo di senatori». Lo ha spiegato nel suo discorso in chiusura delle celebrazioni organizzate dagli Alpini a Milano per ricordare tutti i caduti.


La durata e il sistema degli incentivi

Il 27 marzo 2019 l’Aula della Camera aveva approvato la proposta di legge sulla cosiddetta mini naja, che avviava un progetto sperimentale per la realizzazione di percorsi formativi in ambito militare di sei mesi per i giovani tra i 18 ed i 22 anni di età. «Il disegno di legge parte da una legge che è ancora in vigore anche se non viene più finanziata da molto tempo ed è quello della cosiddetta mini naja», ha spiegato l’esponente di FdI a margine della manifestazione. Adesso, ha affermato, il concetto è stato «ampliato»: «Quando c’era il servizio militare il periodo di addestramento durava 40 giorni. Allora noi crediamo che per venire incontro alle richieste arrivate dalle forze armate e soprattutto dagli alpini, sia giusto fare una legge che consenta, volontariamente a chi quindi lo desidera, di passare non tre settimane ma 40 giorni, nelle forze armate». Dunque chiunque ne avrà voglia potrà, limitatamente ai numeri che verranno fissati («ma che noi pensiamo molto ampi», rassicura La Russa), partecipare alla vita militare, nel corpo degli alpini o negli altri corpi, per avere un addestramento. Rivendica l’utilità della proposta, annunciando che chi deciderà di imboccare questa strada riceverà degli «incentivi»: «Possono essere punti per la maturità per tutti i tipi di scuola, una serie di incentivi per la laurea, come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione, e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici». Ma naturalmente, chiosa, «il vero incentivo resta la volontà di aiutare la propria patria anche con un breve periodo». Per concludere: «Se riuscissimo a fare in modo che i giovani dai 16 ai 25 anni possano, se lo vogliono, passare un periodo di 40 giorni a imparare cosa è l’amore per l’Italia e il senso civico avremo fatto un grande servizio all’Italia».


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