Quando Mihajlovic si emozionò ricordando suo padre: «Il mio grande rimpianto? Non averlo abbracciato un’ultima volta» – Il video

Nel 2019 l’allenatore serbo ricevette il titolo di «Leggenda», dedicato ai più grandi personaggi sportivi di sempre da parte della Gazzetta dello sport

All’età di 53 anni, si è spento oggi il campione Sinisa Mihajlovic, che da tempo lottava contro una forma acuta di leucemia. L’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter nonché allenatore, dopo altre esperienze, del Bologna (fino a pochi mesi fa), è riuscito a distinguersi sia dentro che fuori dal campo, e alla notizia del suo decesso sui social si sono affollati messaggi di affetto e frammenti di ricordi. Come il suo discorso ai Gazzetta Sports Awards, che nel 2019 gli conferirono il titolo di «Leggenda», dedicato ai più grandi personaggi di sempre dello sport. Il suo intervento, inaugurato da un’autentica standing ovation, toccò il cuore di molti: raccontò di suo padre, morto per cancro. Rivelò che «il suo più grande rimpianto» era stato quello di non averlo salutato, di non averlo abbracciato per l’ultima volta. «In quel periodo allenavo il Catania, non lo avevo visto per 5-6 mesi. Finito il campionato avevo promesso ai miei figli che li avrei portati alla finale di Champions. Poi subito dopo volevo andare a Belgrado. Ho chiamato mia madre e le ho chiesto: ‘Come sta papà?’. Lei mi aveva risposto che stava benissimo, in ospedale ma bene. E invece il giorno dopo morì: non l’ho potuto abbracciare per l’ultima volta, e adesso ogni volta che bevo la grappa ne prendo due bicchieri. Uno per me e uno per lui».


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