Pd, l’ombra di Cuperlo sulla corsa alla segreteria: piace a Orlando, non lo esclude Bettini

Nello stesso giorno, due interviste che ventilano l’ipotesi di una discesa in campo del deputato triestino: è lui l’uomo che la sinistra dei Dem aspettava?

L’ultimo segretario dei giovani comunisti, prima che il Pci si liquefacesse, può diventare l’ultimo candidato della corsa per la segreteria del Partito democratico. Il nome di Gianni Cuperlo, deputato alla quarta legislatura, sta circolando come papabile successore di Enrico Letta. Nel caso decidesse di scendere davvero nell’agone congressuale, la sinistra del Nazareno tirerebbe un sospiro di sollievo: a parte Beppe Provenzano, nessuno dei rappresentati di quell’area si è scaldato per sostenere Elly Schlein. Non è un problema di ideologie, è un problema di gestione del partito che con lei rischia di sfuggire ai vecchi capi corrente. Si era tentata la carta Matteo Ricci, ma il sindaco di Pesaro non ha trovato abbastanza appoggi per sperare di competere davvero contro la “coraggiosa” emiliana e Stefano Bonaccini, il braccio armato delle correnti più strutturate sia a livello nazionale che territoriale. E allora il gentleman triestino, considerando anche Paola De Micheli – a cui va riconosciuta l’audacia di essersi autocandidata per prima alla segreteria -, potrebbe essere il quarto giocatore schierato nella partita delle primarie del Pd. Una partita di ritorno per Cuperlo, dopo la sonora sconfitta infertagli da Matteo Renzi, nel 2013.


«Tu, Matteo, non hai la statura del leader, ma coltivi l’arroganza dei capi», disse, tre anni dopo, colui che fu il ghost writer di Massimo D’Alema, suo padrino politico. Ma la rottura sancita con l’area renziana, che si riverbera ancora oggi con i cosiddetti riformisti, non è un limite per Cuperlo. Quell’area del partito è già schierata con il presidente dell’Emilia-Romagna, i punti di riferimento dell’ex dirigente di Pds e Ds sono altri. Uno di questi è visibile riavvolgendo il nastro delle primarie Dem. Nel 2017, Cuperlo si spese in prima persona per sostenere la candidatura di Andrea Orlando. Con il quale, poi, condividerà la stessa sorte, ovvero essere più che triplicato nei voti dal rottamatore fiorentino.


Oggi, 19 dicembre, una coincidenza quantomeno curiosa appare sulle pagine di due quotidiani del gruppo Gedi. Da una parte c’è Goffredo Bettini, che definisce Cuperlo «dirigente e intellettuale di prim’ordine» e, con rammarico, sembra dispiacersi perché dalla sinistra del Pd non è arrivata «una propria candidatura». Forse «è troppo tardi», dice a Repubblica, ma non esclude l’ipotesi. Su La Stampa, poi, Orlando è ancora più esplicito: «Gianni è una persona alla quale mi legano le battaglie di questi anni e di cui apprezzo rigore e onestà intellettuale, condividiamo l’esigenza di mettere al centro il tema dell’identità del partito – e su una possibile candidatura del triestino aggiunge -. Con lui mi sto confrontando per valutare insieme quale sia il modo migliore per farlo».

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