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No! Le Poste ucraine non hanno prodotto francobolli ufficiali dedicati ai nazisti

20 Dicembre 2022 - 09:50 Ludovica Di Ridolfi
Le stampe sono state prodotte nel 2018, da un gruppo di privati

È tornata in circolazione la bufala secondo cui in Ucraina verrebbero prodotti francobolli che omaggerebbero i «criminali di guerra della Seconda Guerra mondiale». Una fake news che avevamo già debunkato quasi 4 anni fa, ma che adesso è tornata a far discutere in quanto aderente alla narrazione che dipinge il popolo ucraino come indistintamente devoto a ideologie neonaziste, tornata in voga dopo l’invasione russa dello scorso febbraio.

Per chi ha fretta:

  • Dal 2018 circola l’immagine di diversi francobolli raffiguranti ufficiali nazisti, che secondo alcuni utenti sarebbero stati prodotti e diffusi dalle Poste ucraine.
  • La notizia è una bufala in quanto le Poste ucraine non li hanno stampati.
  • Non solo i francobolli in questione sono privi dei requisiti normalmente richiesti alle stampe ufficiali, ma violano alcune delle norme fissate per tutti coloro che vogliano produrli in maniera personalizzata.

Analisi

«Solo alcuni francobolli commemorativi dell’Ucraina con il volto di criminali di guerra della Seconda Guerra Mondiale e collaboratori dell’Olocausto»: questo è il testo che accompagna un collage di diverse immagini raffiguranti presunti francobolli celebrativi di ufficiali nazisti. Condiviso con il commento: «NON CI SONO NAZISTI IN UCRAINA….. VERO????». 3 anni fa… «L’Ucraina festeggiava la caduta del muro di Berlino con una bella serie di francobolli dedicata agli eroi ucraini delle SS… Così… Per affetto..», fa eco quest’altro utente.

Il 5 gennaio 2018, cadde nella rete della disinformazione anche l’ex deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, che condivise la stessa foto su Twitter scrivendo:

«L’#Ucraina celebra con francobolli membri delle Waffen SS. Il mondo va al contrario, pericolosamente. Chiederò al Ministro #Moavero di esprimere la nostra condanna di un fatto così grave. Purtroppo non il primo caso in #Ucraina, patria, allora della Divisione #Galizia delle #SS».

Il falso, infatti, ha origine in un tweet del 27 aprile 2018 diffuso dall’ambasciata russa in Sudafrica.

Il post in questione ha contribuito alla diffusione ampia del contenuto. La ricostruzione della fonte originaria è un po’ più complessa.

La stampa, infatti, fu mostrata per la prima volta durante la tanto contestata marcia in onore del gruppo militare Waffen-SS “Galizien”, tenutasi nel 2018 a Leopoli. A esibire i francobolli fu un signore di nome Yurii Datsko, padre dell’ideatrice dei falsi francobolli (altri sostengono sia opera di Oleg Kinal). Poi le immagini approdarono su Facebook in seguito al post di un utente di nome Ihor Arkusha.

I paletti delle poste ucraine

Come spiegammo in quell’occasione, il sito ufficiale delle poste ucraine Ukrposhta.ua non riportava all’epoca e non riporta tutt’oggi alcun riferimento a questi francobolli o ad altri dedicati al gruppo nazista. Inoltre, l’aspetto dei francobolli incriminati risultava diverso da quello di altri prodotti analoghi, come per esempio le stampe celebrative dedicate ai fratelli Klyčko, due famosi pugili ucraini. In esse vediamo il numero di serie, l’anno e il valore del francobollo stesso: tutti elementi che mancano alle immagini condivise dall’ambasciata ucraina.

Sebbene sul sito delle poste ucraine sia effettivamente possibile produrre francobolli personalizzati, ci sono alcuni criteri da rispettare. Sono, infatti, categoricamente proibiti riferimenti politici e che rappresentano una potenziale minaccia per la sovranità del Paese.

A smentire che si sia trattato di una stampa ufficiale, inoltre, intervenne lo stesso «diffusore 0», Ihor Arkusha, che tra i commenti al suo post Facebook spiegò che si trattava di una produzione privata e che mai le Poste ucraine lo avrebbero stampato. 

Conclusioni

I francobolli celebrativi dei criminali di guerra nazisti sono stati falsamente attribuiti alle poste ucraine. Non solo sono privi dei requisiti normalmente richiesti alle stampe ufficiali, ma violano alcune delle norme fissate per tutti coloro che vogliano produrli in maniera personalizzata. Si tratta, come spiegano gli stessi diffusori iniziali, di una stampa privata.

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