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Legge di bilancio, la proroga per il bonus mobili ed elettrodomestici: 8 mila euro di spesa per il 2023. Come funziona e come richiederlo

22 Dicembre 2022 - 08:53 Redazione
Il tetto del detraibile sarebbe dovuto scendere a 5 mila euro, ma il governo lo ha risollevato. Confermate le modifiche al Superbonus e prorogato il bonus barriere architettoniche fino al 2025

Sale il tetto di spesa coperto dal bonus mobili. Dal prossimo gennaio passa da 5 mila euro a 8 mila euro nella nuova legge di bilancio. Consentendo così ai richiedenti di ottenere non 2,500 ma ben 4 mila euro di sconto totale sull’acquisto di mobilio e grandi elettrodomestici. Senza l’emendamento alla manovra – spiega il Sole24Ore – il bonus mobili avrebbe continuato ad esistere nella forma attuale. Ovvero come una detrazione pari al 50% della spesa. Ma il tetto limite su cui è possibile applicarlo sarebbe passato dagli attuali 10 mila euro a 5 mila. Il governo ha quindi introdotto uno scalino intermedio. Per il 2023 la cifra varrà 8 mila euro, per poi scendere, probabilmente, a 5 mila dal 2024.

L’applicazione

Si tratta di una modifica che fa felici i produttori del settore. «L’innalzamento del tetto – spiega il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin – è un ottimo risultato per la filiera del legno-arredo e per le famiglie e giovani che potranno usufruire di un aiuto concreto soprattutto in un momento di grande difficoltà, dovuto all’inflazione che corre, al caro energia e alla perdita di potere d’acquisto». La detrazione Irpef del bonus continuerà ad essere erogata in dieci quote annuali di pari importo. Si applica a mobili nuovi e grandi elettrodomestici Per ottenerla, l’immobile deve essere stato sottoposto a un intervento di manutenzione ordinaria – in caso di condomìni solo nelle parti comuni – o straordinaria. Possibile l’associazione anche con opere di risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia o ricostruzione e ripristino a seguito di elementi calamitosi. La data di inizio lavori deve essere antecedente a quella di acquisto dei mobili.

Le categorie “scontate”

Rientrano nello sconto «letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione», si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In caso di grandi elettrodomestici, questi devono essere a basso consumo. Non inferiore alla classe A per i forni e le lavasciuga, e A+ per tutti gli altri. Anche le spese di trasporto e montaggio possono rientrare nella detrazione a patto che il tutto venga pagato con bonifico o carta, conservandone l’attestazione e la fattura emessa dal negozio. L’agenzia delle entrate predispone una guida consultabile su questo sito.

Il bonus barriere architettoniche

Una proroga arriva anche per il bonus barriere architettoniche, attivo da quest’anno. Lo sconto del 75% per chi effettua lavori di rimozione delle barriere sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre, ma la sua vita viene prolungata fino al 31 dicembre 2025. A ciò si aggiunge una modalità semplificata per l’approvazione dei lavori nei condomìni che deriva dal Superbonus. Per le delibere relative a questo tipo di intervento, infatti, basterà l’approvazione della maggioranza dell’assemblea che rappresenti un terzo del valore millesimale dell’edificio.

Il Superbonus

Il bonus mobili è l’ultima novità tra quelle edili di questa manovra. Confermato è anche il nuovo Superbonus 110%, la cui quota di rimborso passa dal 110 al 90% del 2023, con eccezioni per quei condomìni che entro il 25 novembre abbiano presentato dichiarazione asseverata di inizio lavori. Per quelli che invece hanno presentato la delibera di esecuzione lavori entro il 18 novembre, si apre la possibilità di una mini proroga per portare la Cilas in comune entro il 31 dicembre e mantenere il 110%. Niente da fare, invece, per chi ha presentato la delibera di inizio lavori tra il 19 e il 24 novembre. Si apre, poi, la possibilità di collocare parte dei lavori su immobili diversi qualora quelli preposti siano coperti da vincoli, come nel caso dei pannelli fotovoltaici nei centri storici.

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