Pensionati, disoccupati, colpiti dalla pandemia: tra le persone in coda a Milano per il cibo gratis – Il video

A Milano la onlus Pane Quotidiano distribuisce ogni giorno beni alimentari a chiunque ne faccia richiesta. Alle 7 del mattino, prima dell’apertura dei cancelli, centinaia sono già in coda

Alle 7 di mattina in viale Toscana, a Milano, è ancora buio. Sulle strade cominciano a incolonnarsi le auto di chi si sposta per andare al lavoro. Qui, però, il vero traffico è sul marciapiede. Al civico 28, infatti, c’è una delle due sedi milanesi di Pane Quotidiano, una onlus che distribuisce ogni giorno beni alimentari a chiunque ne faccia richiesta. Manca ancora mezz’ora all’apertura dei cancelli, ma il colpo d’occhio è già impressionante: centinaia di persone in coda lungo il marciapiede, in attesa di ricevere la propria razione di cibo. «La mattina della vigilia di Natale abbiamo raggiunto quasi un record: 4.400 ospiti in coda qui e alla sede di viale Monza», racconta Luigi Rossi, vicepresidente di Pane Quotidiano. Nel 2022, le razioni di cibo distribuite gratuitamente a Milano sono state 1,3 milioni. Un dato che, spiega Rossi, «è in crescita almeno del 10% rispetto agli anni precedenti».


Le storie di chi chiede aiuto

Nei racconti degli ospiti che ogni mattina si presentano ai cancelli di viale Toscana si intrecciano storie di difficoltà economiche e precarietà lavorativa. Il 65% di loro, spiegano alcuni volontari, è di origine straniera, spesso disoccupati o con mansioni poco redditizie. Tra gli italiani, invece, sono gli anziani la fascia d’età più fragile. Tra loro c’è anche Sergio Cogo, 80 anni, che da inizio 2020 si rivolge quasi ogni giorno a Pane Quotidiano. «Fino all’arrivo del Covid cercavo di arrotondare lavorando come domestico. Negli ultimi anni, però, sono rimasto disoccupato. E in una città come Milano, una pensione da 700 euro non è abbastanza per vivere», ci racconta. Ed è proprio per risparmiare almeno sulle spese alimentari che Sergio si mette in fila ogni mattina al Pane Quotidiano di viale Toscana: «Vivo da solo e ho anche altre spese da sostenere. Perciò mi faccio bastare il cibo che mi danno qui ogni giorno». In fila insieme a Sergio c’è anche Elsa (nome di fantasia), una 83enne di origini tedesche che accetta di raccontare la sua storia a patto di non apparire in video e di non fornire il suo vero nome. «Quando posso vengo qui per risparmiare qualche soldo e dare una mano a mia figlia e ai miei nipoti», spiega Elsa. «L’altro mio figlio, però, non sa che vengo qui a chiedere da mangiare. E preferisco continuare a non dirglielo». In coda ad attendere una razione di cibo c’è anche Marco, 50 anni, che da mesi è in cerca di un lavoro. «Prima che arrivasse il Covid lavoravo come guardia di sicurezza. Sto cercando offerte anche in altri settori, ma finora senza risultati», ci racconta. Al momento, Marco vive a casa di alcuni amici, che lo ospitano a Milano senza chiedere nulla in cambio. Senza una fonte di reddito, però, anche trovare da mangiare rischia di diventare un problema. «Ho fatto richiesta per il reddito di cittadinanza ma ricevo solo 96 euro», si sfoga. «Per questo ogni tanto sono costretto a venire qui al Pane Quotidiano».


L’impatto della pandemia

Le vacanze di Natale stanno mettendo a dura prova gli oltre 200 volontari che lavorano nelle due sedi milanesi di viale Toscana e viale Monza. Sommando i dati del 24 e 25 dicembre, sono circa 10mila gli ospiti che si sono messi in fila per chiedere aiuto a Pane Quotidiano. La verità, però, è che questo fenomeno è in crescita ormai da alcuni anni. «Quando ho iniziato a venire qui nel 2016, facevamo poco più di mille pasti al giorno. Ora invece superiamo abbondantemente quota duemila», racconta la volontaria Paola Capitelli. «Il vero momento di svolta è stata la pandemia: dopo i primi mesi del Covid, il numero di ospiti ha iniziato a crescere sempre di più». Alla crisi economica post-pandemia si è aggiunto poi l’aumento del costo della vita, con bollette di luce e gas sempre più care e carrelli della spesa sempre più difficili da riempire. «Nel 2022 abbiamo registrato un aumento del 10% di ospiti rispetto agli anni precedenti», commenta Rossi. «Il nostro auspicio è che nel 2023 questo trend si inverta. A prescindere da quello che succederà, però, noi resteremo sempre qui ad aiutare chi ha più bisogno».

ANSA / MOURAD BALTI TOUATI | La fila di persone in attesa di ricevere una razione di cibo gratis alla sede di Pane Quotidiano di viale Toscana a Milano (24 dicembre 2022)

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