Palermo, la storia della maestra strangolata dalla figlia di 17 anni: «Litigavano spesso, la madre era in cura»

La confessione: «Le ho stretto le mani al collo finché non ha smesso di respirare»

«Venite subito, ho ammazzato mia madre». Con una telefonata al 112 è cominciata la storia di corso Butera a Bagheria, centro alle porte di Palermo. Teresa Spanò, 56 anni, è morta in camera da letto. La ragazza di 17 anni che ha chiamato prima racconta che la madre si è uccisa ingoiando i farmaci che sono sul comodino. Poi, davanti alla procuratrice del tribunale dei minori Claudia Caramanna, arriva la confessione: «Le ho stretto le mani al collo finché non ha smesso di respirare». Ora la ragazza è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Si trova nel carcere minorile di Caltanissetta. Spanò era insegnante di scuola elementare a Casteldaccia in provincia di Palermo. Era da tempo malata di una depressione che cercava di curare.


Un rapporto conflittuale

Con la figlia aveva un rapporto conflittuale, dicono i vicini di casa. Il marito era andato via subito dopo la sua nascita. Le due litigavano spesso e urlavano tutto il giorno. Durante la confessione la ragazza è scoppiata a piangere in più occasioni. Ma secondo le prime indagini Spanò non si sarebbe difesa dall’aggressione. Per questo gli inquirenti pensano che la figlia l’abbia strangolata mentre la maestra era sotto l’effetto dei farmaci. L’autopsia in programma nei prossimi giorni stabilirà la verità sul decesso.


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