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Il giudice del Qatargate: «Stop all’impunità per i politici corrotti. I giovani scendano in piazza come per il clima»

07 Gennaio 2023 - 08:22 Redazione
michel claise giudice qatargate
michel claise giudice qatargate
Michel Claise: la corruzione rappresenta il 6% del Pil. Le banche sono complici

Michel Claise, il magistrato di Bruxelles alle prese con il Qatargate, dice che la cecità della politica di fronte alla corruzione genera impunità. E aggiunge che i danni per la nostra democrazia saranno incalcolabili. Claise accusa le banche di essere coinvolte nel riciclaggio del denaro frutto della corruzione. E chiede ai giovani di mobilitarsi come per il clima. In un’intervista con l’Echo e La Stampa l’ex avvocato e massone dichiarato dice che la corruzione «rappresenta il 6% del Pil mondiale. E il riciclaggio di denaro sporco altrettanto. C’è un numero enorme di casi di corruzione. Negli ultimi anni non hanno mai smesso di aumentare, anche se non tutti sono noti all’opinione pubblica. Tutti, però, sono al corrente dell’aumento del fenomeno».

«I politici sono complici»

Poi Claise racconta un aneddoto: «Di recente mi sono trovato su un set televisivo con due importanti politici. Hanno iniziato il loro intervento sul tema della criminalità finanziaria dicendo che è indispensabile tener conto che la situazione è grave. Hanno detto anche che sarebbe necessario fare qualcosa in merito. Il fatto stesso che abbiano usato il condizionale in pratica li rende complici! Qui non si tratta più di parlare al condizionale. Si deve parlare al presente. Si deve fare qualcosa! Se è possibile far cambiare la mentalità della classe politica? Sono molto pessimista». Secondo il giudice «la gente non capisce che la criminalità finanziaria è il peggior avversario sleale che si possa immaginare in rapporto alle organizzazioni legali. Si ha l’impressione che prendendo provvedimenti contro la criminalità organizzata si vada a infastidire gli imprenditori tradizionali, ma non è vero».

I giovani, il clima, la corruzione

Poi il parallelo con l’ambiente: «Si può assimilare questa situazione a quella del clima. È in atto una deregolamentazione economica, proprio come è in atto una deregolamentazione climatica. Ciò fa sì che ci troviamo di fronte una situazione irreversibile, ma non per questo dobbiamo restarcene con le mani in mano di fronte dell’ingiustizia nella quale viviamo. Tenuto conto che c’è ancora la possibilità di salvare alcune zone del pianeta, c’è ancora modo di salvare alcune generazioni». Infine, la responsabilità degli istituti di credito: «Il sistema bancario internazionale continua a essere implicato nel riciclaggio di denaro sporco. Si dovrebbero prendere in considerazione sanzioni enormi che, al momento giusto, possano permettere di dissuadere i criminali e di rimpatriare il denaro».

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