Kenya, un delitto di gelosia dietro la morte dell’attivista Lgbtq+ Edwin Chiloba. La polizia: «Strangolato e fatto sparire con due complici»

Forti sospetti sul fotografo 24enne Jackton Odhiambo, ex amante del ragazzo: «Ci eravamo lasciati, mi sentivo tradito»

Non sarebbe stato l’odio gender, come inizialmente sospettato, ma la gelosia per un amore finito, a portare alla morte del modello e attivista Lgbtq+ keniota Edwin Chiloba. Secondo i primi rapporti della polizia di Eldoret – nel Kenya occidentale – citati dal Daily Nation, il ragazzo 25enne scomparso il 31 dicembre e ritrovato due giorni dopo morto in una cassa di metallo ai lati della strada è stato strangolato «fino a che gli occhi non gli sono usciti dalle orbite». Oltre a questo, non c’erano altri segni di violenza sul suo corpo. Il principale sospettato resta il fotografo 24enne di Nairobi Jackton Odhiambo. Il giovane, arrestato dalla polizia, non ha al momento confessato esplicitamente di aver ucciso l’uomo, ma ha raccontato molte cose agli inquirenti che fanno propendere per la pista del delitto di gelosia. Lui e Chiloba, ha raccontato il fotografo, erano «grandi amici» e tra loro era nata una relazione amorosa, poi finita. E Odhiambo si era sentito «tradito». La polizia sospetta che il fotografo si sia servito di due complici, che lo avrebbero aiutato sia durante l’omicidio, che nel tentativo di far sparire il cadavere. «È solo questione di tempo prima che li prendiamo», ha dichiarato il capo della polizia. Il rapporto della polizia coincide con quanto raccontato da alcuni testimoni, che avevano parlato di un tafferuglio nella casa dove i due ex amanti soggiornavano. Inizialmente si pensava che il movente dell’omicidio potesse essere discriminatorio. Chiloba era solito vestirsi con sgargianti abiti da donna che negli anni gli erano valsi minacce e intimidazioni sui social, in un Paese – il Kenya – dove la comunità Lgbtq+ è spesso presa di mira. Lomosessualità, nel Paese, rimane punita con pene fino a 14 anni di carcere.


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