Trento, gli smartwatch degli sciatori fanno impazzire i soccorsi alpini: «Linee intasate dai falsi allarmi»

Molti dispositivi allertano il 112 automaticamente in caso di impatto. Ma nella maggior parte dei casi gli sciatori non si rendono nemmeno conto della chiamata

Una recente pubblicità di Apple evidenziava la capacità dello smartwatch di Cupertino di lanciare automaticamente un allarme ai servizi di emergenza in caso di incidente. Una caratteristica ormai presente anche su diversi smartphone e dispositivi concorrenti. Ma una caratteristica che sta causando anche non pochi problemi alla centrale di pronto intervento di Trento, che in questi giorni è stata bombardata dai falsi allarmi inviati involontariamente dagli sciatori. La dinamica è semplice. I dispositivi di chi frequenta le piste hanno la chiamata d’emergenza automatica attiva, pronta a partire appena viene percepito un urto considerato abbastanza forte. Ma sulle piste da sci, si sa, spesso si cade, si scivola, si urta il manto nevoso. E così la Provincia di Trento ha rilevato un aumento anomalo delle chiamate al 112 che rispetto al periodo autunnale ha toccato il 30%. Si tratta di un centinaio di chiamate dall’inizio della stagione. A un ritmo medio di 8-10 al giorno.


«Un dispendio di energia inutile»

La feature degli smartwatch e dei telefoni viene definita «uno strumento certamente d’aiuto in caso di emergenza» dalla Provincia di Trento, che però ricorda «richiede un inutile dispendio di energie se l’allerta non coincide con una reale situazione di allarme». Nella maggior parte dei casi, si tratta, infatti, di un «lieve impatto a terra», e spesso gli sciatori nemmeno rispondono, non consapevoli di aver allertato i soccorsi. Ma questo si scopre solo parlando con chi ha dato a l’allarme. Cosa – spiega la direttrice del Centro unico di emergenza Silvia Marchesi – non sempre semplice: «Nel momento in cui arrivano queste chiamate noi le dobbiamo trattare come segnali d’emergenza. Quando non riusciamo a parlare con l’utente, lo richiamiamo. Anche diverse volte. Nella maggior parte dei casi risponde e ci dice che è fuori pericolo».


«Gestite le app correttamente»

L’ente, dunque, invita a «gestire consapevolmente l’applicazione installata sul proprio dispositivo, interrompendo la chiamata all’112 se non si rende necessario l’intervento dei sanitari». La chiamata, infatti, di solito parte dopo un periodo di alcuni secondi durante il quale l’utente viene avvisato, e riceve la possibilità di interromperla. Infine, viene consigliato l’uso dell’app “Where are U” con la quale si può chiedere aiuto direttamente dal proprio cellulare.

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