Congresso Pd: Bonaccini cerca di arginare il voto dei giovani pro-Schlein. L’appello dei 100

Tra i firmatari compaiono membri delle varie segreterie territoriali del Pd, vicesindaci, assessori, consiglieri comunali, da Nord a Sud, che si identificano come Comitato giovani per Stefano Bonaccini

Nelle chat dei giovani militanti del Partito democratico circola un appello. Non ha un promotore chiaro, ma definisce espressamente il destinatario: Stefano Bonaccini. A firmarlo, oltre 100 giovani «iscritti o simpatizzanti» del partito. Sostengono la candidatura a segretario del presidente dell’Emilia-Romagna, condividendone la proposta politica: «Siamo certi che la sua leadership, insieme a un gruppo dirigente fortemente rinnovato, possano rappresentare quella proposta autorevole, credibile, pragmatica in grado di offrire una nuova speranza di cambiamento a milioni di italiani», si legge. Tra i firmatari compaiono membri delle varie segreterie territoriali del Pd, vicesindaci, assessori, consiglieri comunali. Da Nord a Sud, si identificano come “Comitato giovani per Stefano Bonaccini”. Certo, si tratta di esponenti che in larga parte agiscono nella struttura del partito, non candidi avventori della politica, ma chi pensava in un plebiscito di Elly Schlein tra i ragazzi, non ha tenuto conto di almeno un paio di fattori.


Primo, il Pd e il suo movimento giovanile. Negli anni, diversi militanti sono cresciuti studiando i gangli del Nazareno, le diramazioni centrali e periferiche di un sistema complesso di gestione del potere. Fare tabula rasa del partito, per loro, potrebbe risultare addirittura controproducente. Secondo, ciò che rappresenta Schlein. Chi vive il Pd nella quotidianità ha bene in mente la storia politica della “coraggiosa” emiliana: altro che elemento di rottura con lo status quo, Schlein è cresciuta nella scuola bolognese di Romano Prodi, gode dell’appoggio della segreteria attuale e ha in Dario Franceschini il suo main sponsor tra i capi corrente. Franceschini, forse il Dem più distante dal concetto di rivoluzione. I giovani che aderiscono all’appello per Bonaccini, comunque, non sembrano interessati a stravolgimenti delle dinamiche di partito. Lo esplicitano da subito nella lettera di intenti: «Recuperare e rilanciare le ragioni e i valori fondativi del Pd, che dal 2007 rimangono ancora molto attuali».


La proposta

Il documento, che vede accrescere di ora in ora il numero dei firmatari, individua sei punti su cui costruire il futuro dell’azione del Pd. Al primo posto c’è il contrasto ai cambiamenti climatici, con l’invito a non «ignorare per tabù ideologici o antiche paure i reattori nucleari». Poi si pone l’accento sulla salute, puntando «sul modello delle Case di comunità» e l’introduzione della figura dello psicologo di base. Al terzo posto, il tema del lavoro: i giovani firmatari prendono di mira «la sacca vergognosa dei tirocini non retribuiti», chiedono il salario minimo legale e l’elaborazione di soluzioni innovative nel campo dei modelli organizzativi flessibili e agili. Quarto punto, istruzione, università e ricerca, perché «nella formazione risiede l’antidoto alle disuguaglianze e il principale strumento di emancipazione e di crescita personale dell’individuo». Quinto punto, potenziamento delle istituzioni sovranazionali, «a partire dalla realizzazione di una piena unione fiscale» dell’Europa.

Infine, il sesto «obiettivo ineluttabile è la realizzazione di una politica estera e di difesa comune europea», anche attraverso un rafforzamento degli strumenti di sicurezza nazionale per contrastare «l’espansionismo economico, tecnologico e dunque politico della Repubblica popolare cinese». Come primo firmatario dell’appello per Bonaccini compare il nome del vicesindaco di Montespertoli. Marco Pierini, 26enne, spiega a Open che l’iniziativa cerca «di coinvolgere tutti i ragazzi che a vario titolo sostengono la candidatura di Bonaccini». Nato in maniera spontanea, come gruppo di conoscenti e amministratori locali che sono cresciuti nel Pd, il comitato «vuole riabilitare l’idea che tanti giovani supportano Bonaccini dal primo momento. Un’idea che si è persa nei retroscena sui giornali, nelle ricostruzioni del congresso che arrivano all’opinione pubblica». Il vicesindaco vede come unico obiettivo dell’iniziativa, al momento, quello di «rivitalizzare una rete di giovani che si era un po’ persa nel corso dei passaggi tra scissioni e campagne congressuali di rimescolamento».

Chi partecipa

«Il tema non è costituirsi in maniera organizzata, ma rianimare una rete di ragazzi con cui potersi incontrare in tutta Italia, fare iniziative», anche dopo il congresso. Bonaccini e il suo staff, ovviamente, erano a conoscenza dei contenuti dell’appello prima della sua pubblicazione, «ma non abbiamo lavorato per vidimazione», assicura Pierini. Che conclude: «I ragazzi che fanno politica nelle amministrazioni locali e si cimentano con il consenso sanno che il Pd convince sui territori quando è un partito pragmatico. Un partito che allarga il perimetro e non delega ad alleati di sinistra o destra la sua rappresentanza. Schlein ha un’idea di partito meno concreta e appiattisce il campo di azione sulla sinistra. Molti ragazzi che hanno visto in Bonaccini la carta giusta sanno che non è l’età anagrafica del segretario a portare i giovani al centro dell’attenzione di un partito. Avere un sogno è la precondizione, ma bisogna dargli gambe. Oltre ad avere una visione, Bonaccini ha le risorse per trasformare in concretezza questo progetto».

Francesco Fortunato Goracci, membro della segreteria dei Giovani democratici di Milano, sostiene che «intorno a Bonaccini si stia creando una squadra formidabile, si tratta di un’inversione di tendenza rispetto alle separazioni che hanno caratterizzato l’ala riformista del Pd negli ultimi anni». Classe 2000, il ragazzo allontana l’ipotesi di ricostituzione di un campo largo con il Movimento 5 stelle: «Il Pd negli ultimi mesi è stato il partito dell’apparenza, che voleva apparire in ascolto dei cittadini, che voleva apparire femminista, che voleva apparire vicino ai giovani e alle imprese, ma nel campo dell’apparenza siamo destinati a perdere spazio in favore dei 5 stelle. Dobbiamo ritornare all’essenza e alle proposte politiche concrete, per questo ho scelto di sostenere Bonaccini, andando contro i palazzi romani che invece vogliono condannarci alla sudditanza a Conte».

Giorgia De Giacomi, consigliere comunale di Bologna del gruppo Pd, ha compiuto da poco 24 anni. Non si schiera contro Schlein, ma è convinta che Bonaccini «sia la persona più adatta a guidare un partito ampio e plurale. È un politico che ha dimostrato di saper trasformare i suoi ideali in politiche concrete nella mia regione e di saper fare sintesi, dote fondamentale per occuparsi di un partito come il nostro. Rispetto ai giovani, vale quello che penso sulla Regione: vogliamo concretezza sulle politiche rivolte al nostro futuro e non solo parole. Bonaccini ha dimostrato di saperlo fare».

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