Abusi nello sport, al via il protocollo tra Coni e Procure: «Così tuteleremo le vittime di violenza»

L’intesa faciliterà lo scambio di informazioni tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria su tutte le forme di prevaricazione contro la persona

«Da oggi il codice rosso entra in pieno nel mondo dello sport». Così il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella, coordinatore del dipartimento che tutela le fasce deboli e vulnerabili, ha annunciato il protocollo d’intesa tra Procura di Milano, Coni e Procura Generale dello Sport per tutelare le vittime di violenza. Un passo ufficiale che arriva dopo lo scandalo dei maltrattamenti e vessazioni sulle atlete di ginnastica ritmica della Nazionale e che mira a una stretta collaborazione tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. L’obbligo imposto dal protocollo è quello di mantenere il segreto istruttorio nello scambio di informazioni tra le varie parti, e accelerare alcuni procedimenti volti a «rendere giustizia soprattutto a giovani atleti maltrattati e abusati ma anche agli istruttori ingiustamente accusati». Il documento varrà esclusivamente per i 14 milioni di tesserati del Coni e riguarderà ogni forma di violenza contro la persona: «Ora siamo diventati due facce della stessa medaglia», ha affermato Giovanni Malagò, presidente del Coni: «questo protocollo ha un grande valore aggiunto, anche perché mette in grado la giustizia sportiva di conoscere una serie di dati con la massima tempestività possibile e quella ordinaria di raccogliere informazioni utili alle indagini». La firma del protocollo arriva alla vigilia del prossimo Consiglio Direttivo di Federginnastica che avrà come tema principale sul tavolo quello del deferimento della direttrice dall’Accademia Nazionale di Desio, Emanuela Maccarani, e della sua assistente Olga Tishina.


«La lentezza dei provvedimenti un fallimento della giustizia sportiva»

La rapidità è uno degli aspetti su cui il presidente Malagò ha più insistito: «La giustizia sportiva ha una caratteristica imprescindibile: deve essere veloce. Se la sentenza arriva in ritardo, abbiamo fallito. Lo sport ha fallito e sbagliato». A fargli eco anche il procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer: «Fondamentale per la regolarità delle competizioni è l’aspetto disciplinare. Avere in anticipo dalla Procura, nei limiti del possibile, la comunicazione dell’esistenza di un procedimento penale porta a interventi immediati». Quella del codice rosso è un’iniziativa condivisa anche dal Tribunale milanese: «Penso a una sinergia tra le due procure», ha affermato il giudice Paola Pendino, «spero che questo sia un progetto pilota e che protocolli simili vengano firmati con le procure di tutta Italia».


ChangeTheGame: «Grande passo avanti per la tutela dei minori»

Da anni l’associazione ChangeTheGame si batte per la difesa degli abusi nello sport e da mesi si è fatta punto di riferimento per le decine di testimonianze arrivate da parte delle atlete della ginnastica ritmica. L’idea di un protocollo di intesa con il Coni è arrivato poco tempo fa proprio dalla presidente Daniela Simonetti, che ora ringrazia «il Procuratore della Repubblica Marcello Viola per aver accolto e attuato la proposta». Simonetti definisce il codice rosso come «un grande passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo di offrire una più completa tutela ai minori e ai soggetti abusati nello sport».

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