Nel covo di Messina Denaro a Campobello di Mazara preservativi, pillole per il sesso e ricevute dei ristoranti

I carabinieri del Ros e la procura di Palermo sono riusciti a risalire all’ultima abitazione del boss dopo aver trovato nel suo borsello la chiave di un’Alfa Romeo 164

Individuato il covo di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra arrestato ieri alla clinica Maddalena di Palermo dopo 30 anni di latitanza. Messina Denaro viveva a Campobello di Mazara, ovvero nel paese del favoreggiatore Giovanni Luppino finito in manette insieme al capomafia. I carabinieri del Ros e la procura di Palermo sono riusciti a risalire all’ultima abitazione del boss dopo aver trovato nel suo borsello la chiave di un’Alfa Romeo 164. Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono infatti risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa. Tra le riprese c’era anche quella di Messina Danaro che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello nel Trapanese con le borse della spesa. All’interno del covo, gli agenti hanno trovato sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali e profilattici. Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, si trova nel centro abitato in vicolo San Vito (ex via Cv31). Messina Denaro viveva in una casa che negli ultimi mesi, dopo il trasferimento dei proprietari, è rimasta disabitata. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Dal piccolo centro in provincia di Trapani ieri il boss era partito per sottoporsi alla chemioterapia a Palermo.


I profumi, l’arredamento ricercato, gli abiti firmati

E proprio a Campobello di Mazara esercita Alfonso Tumbarello, il medico di base di “Andrea Bonafede”. Ovvero l’identità usata da Messina Denaro grazie anche a una carta d’identità con timbro del comune. Tumbarello ha messo nero su bianco la diagnosi che ha portato il boss al reparto di Oncologia della clinica Maddalena a Palermo, dopo l’operazione all’ospedale di Mazara del Vallo. Secondo le prime risultanze delle indagini nel covo non sono state trovate armi. In compenso sono stati trovati molti profumi di proprietà del boss. Insieme ad abiti firmati e a un arredamento raffinato e ricercato. La perquisizione del covo è importante perché diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina. Costituito da documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto. E fatti sparire perché la casa, a differenza di ora, non venne perquisita.


Chi sono Giovanni Luppino e Andrea Bonafede

Giovanni Luppino, 59 anni, è l’uomo alla guida della Fiat che ha portato Messina Denaro nella clinica. Non ha nessuna parentela con il boss Franco Luppino e non è mai stato coinvolto in indagini dell’Antimafia. La sua attività principale era la coltivazione della terra. Ma è diventato poi broker di olio d’oliva, che vendeva ad industrie campane. Aveva anche aperto uno stabilimento in gestione con i figli. Andrea Bonafede è invece il geometra di cui Messina Denaro aveva preso l’identità. Le operazioni dal sistema sanitario nazionale sono state effettuate con il nome di quel paziente.

In carcere in Abruzzo

Intanto Messina Denaro è sbarcato ieri sera con un volo militare all’aeroporto di Pescara. L’ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell’Aquila. Si tratta di una struttura di massima sicurezza che ha già ospitato personaggi di spicco. Nell’ospedale del capoluogo dell’Abruzzo c’è anche un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate.

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