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Caccia al covo di Messina Denaro, si scava con le ruspe. Al setaccio la rete dei fiancheggiatori: interrogato il medico di base del boss

16 Gennaio 2023 - 21:09 Redazione
Una «fetta della borghesia» ha tutelato il boss mafioso durante la sua latitanza, ha detto il procuratore capo di Palermo de Lucia. Sotto interrogatorio anche il medico che aveva tra i suoi pazienti Andrea Bonafede, l'alias di Messina Denaro

L’obiettivo degli inquirenti di Palermo ora è scovare il covo in cui si è nascosto Matteo Messina Denaro, arrestato questa mattina 16 gennaio alla clinica Maddalena di Palermo. Da quel momento la zona di Campobello di Mazara e Casteveltrano, paese natale del boss mafioso, è battuta palmo a palmo dai carabinieri che stanno impiegando anche le ruspe. In ospedale Messina Denaro è arrivato in auto accompagnato da Giovanni Luppino, imprenditore agricolo incensurato fermato nel corso del blitz. I due sarebbero arrivati partendo da Campobello di Mazara, paese anche di Andrea Bonafede, l’uomo che avrebbe prestato l’identità usata dal boss.

La rete dei fiancheggiatori

Appurato che il boss è partito stamattina dal piccolo centro del Trapanese, resta da capire chi e dove lo ha protetto in questi lunghissimi 30 anni di latitanza. Le incessanti indagini dal 1993 hanno fatto sostanziale terra bruciata attorno a Messina Denaro, portando agli arresti di suoi fedelissimi come sorelle, cognati e fratelli. Le complicità però potrebbero essere ricercate anche fuori la cerchia famigliare. Il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha garantito che ulteriori verifiche saranno fatte nella stessa clinica dove il boss si è curato a lungo, come ha confermato anche la sua compagna di stanza durante la chemioterapia, per quanto lei sostenga di averlo conosciuto solo come Andrea. Quel che è risaputo, ha spiegato ancora il procuratore, è che «fette della borghesia» a lungo hanno fatto parte della rete di favoreggiatori, quindi professionisti inseriti in diverse realtà della società siciliana.

Il medico interrogato

Un primo interrogatorio è emerso per esempio per il dottore di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, Alfonso Tumbarello, che risulta sia stato il medico di base di Andrea Bonafede, cioè Matteo Messina Denaro. È stato lui a mettere nero su bianco la diagnosi che ha portato il boss al reparto di Oncologia della clinica Maddalena a Palermo, dopo l’operazione subita all’ospedale di Mazara del Vallo. Al setaccio degli inquirenti ora sono i passaggi che hanno portato il boss dal medico, quando sono cominciati i loro rapporti e se il dottore fosse a conoscenza o meno della vera identità del suo paziente.

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