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Giustizia, la relazione del ministro Nordio: «Arresto di Messina Denaro merito equamente diviso, non toccheremo le intercettazioni su mafia»

18 Gennaio 2023 - 11:52 Redazione
La relazione annuale sullo stato della giustizia in Italia è l'occasione per spiegare le prime riforme in cantiere: «Il nostro obiettivo è il garantismo del diritto penale»

Il Guardasigilli, Carlo Nordio presenta al Senato la relazione annuale sullo stato della Giustizia in Italia parlando subito dell’arresto di Matteo Messina Denaro, operazione, dice «il cui merito è equamente diviso tra la magistratura e le diverse forze dell’ordine, tra questo governo e quelli precedenti». «Non è l’inizio della fine» dice, ma «la fine dell’inizio», in relazione alla stagione delle stragi di mafia. L’impegno del governo nel contrasto alla mafia sarà «forte, duraturo e incondizionato». «Queste vittorie – dice Nordio – hanno anche effetti economici perché la presenza della mafia ha anche conseguenze perniciose sul piano dello sviluppo». Entrando nel merito degli interventi in programma, spiega che «i rallentamenti tolgono all’Italia due punti di Pil» e sarà necessario intervenire. I primi tre mesi di vita dell’amministrazione Meloni, aggiunge ancora Nordio, «hanno tracciato l’impegno del governo in tema di piante organiche, spending review, raccordo tra ministero e uffici». Molta attenzione riguarda, dice il Guardasigilli, la riforma civile oltre che la revisione di alcuni reati che influiscono sul rapporto tra amministratori e cittadini (il riferimento sembra essere l’annunciata revisione dell’abuso d’ufficio). L’idea di Nordio è «il garantismo del diritto penale», che assicuri «sia la certezza della pena, sia la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva». Per pena, aggiunge, non si intende solo detenzione ma in ogni caso provvedimenti «afflittivi e rieducativi». «Il nostro fermo proposito è di attuare nel modo più rapido ed efficace il garantismo del diritto penale. Realizzeremo la tutela della presunzione di innocenza della persona,assicurandone la dignità e l’onore durante le indagini e il processo. E parallelamente assicureremo la certezza della pena».

Le intercettazioni

Quindi, il passaggio sulle intercettazioni e sulle previsioni di intervento, tema molto dibattuto nelle ultime settimane: «Abbiamo assitito a quello che Shakespeare definiva la risposta di un sordo a domande che nessuno gli pone. Non interverremo mai sulle intercettazioni in ambito mafioso, quando dico che un mafioso non parla al telefono intendo che certo non parla della propria intenzione di delinquere». Dunque no ad «intercettazioni come fonte di prova del reato» e agli ascolto indiscriminati, per cui vengono coinvolti cittadini che nulla hanno a che fare con le indagini «eppure, con scelte pilotate, le loro parole finiscono sui giornali».

Il codice Rocco e quello Vassalli

Ricordando che il codice penale è figlio dell’impianto costruito durante il regime fascista e che quello di procedura penale è stato invece scritto da un eroe della resistenza, Filippo Vassalli, ma è stato poi «demolito e reso inapplicabile», in prospettiva Nordio punta a rivedere sia i codici sia i codici di procedura, tanto penali quanto civili.

Il Pnrr

In relazione all’impegno di interventi previsti nel Piano nazionale di rinascita e resilienza, Nordio spiega che ci sarà una attenzione importante sulla riduzione dei tempi dei processi, «l’esigenza principale per l’Italia è razionalizzare gli interventi per la giustizia civile», non è accettabile che «per la riscossione di un credito ci siano tempi cinque o dieci volte superiori a quelli della media europea». Molto spazio alla digitalizzazione della giustizia, efficientamento anche degli edifici, monitoraggio, nuovi concorsi per l’accesso all’ordine giudiziario. «L’obiettivo è razionalizzare e digitalizzare», aggiunge Nordio, «la sola giustizia civile avrebbe grande beneficio dalla sola digitalizzazione».

La selezione dei magistrati

Nordio ripete più volte che la selezione dei magistrati è diventata negli anni troppo lunga e «forse patologicamente rigida»: «Chi oggi presenta domanda impiega poi 4 anni per ottenere la toga». Dunque il tema del reclutamento andrà rivisto.

Le carceri

A proposito delle carceri oltre alla ristrutturazione delle esistenti, una certa attenzione sarà dedicata alle tecnologie da impiegare per assicurare la sicurezza nei penitenziari. Dai droni che sorvolano le strutture, che andranno monitorati con procedure elettroniche, alle bodycam per gli agenti penitenziari. Sulle carceri, molto impegno sarà dedicato, dice ancora Nordio, sia al lavoro in carcere, sia al reinserimento nel mondo del lavoro di un ex detenuto: «Le statistiche ci dimostrano che se l’ex detenuto trova un lavoro la recidiva è praticamente zero».

Crimini internazionali

Citando la guerra in Ucraina e la necessità di assicurare alla giustizia gli eventuali coinvolti che abbiano contatto con l’Italia, infine, il ministro promette l’implementazione di nuove norme sul diritto internazionale e sulla cooperazione giudiziaria. Insomma un programma «vasto» ma «contiamo che alla fine della legislatura gran parte sarà stato applicato».

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