Messina Denaro, primo ciclo di chemioterapia per il boss nel carcere de L’Aquila

Le cure eseguite in un ambulatorio appositamente attrezzato per il boss di fronte alla cella da 10 metri

In un ambulatorio realizzato apposta per lui nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila “Le Costarelle”, il boss Matteo Messina Denaro è stato sottoposto al primo ciclo di chemioterapia dopo il suo arresto. Da quanto si apprende, il 60enne, malato di tumore al colon da oltre un anno, non ha avuto reazioni collaterali e sembra essere in buone condizioni. La somministrazione è stata definita dai medici di «mantenimento» della cura: a coordinare l’équipe in carcere è il professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia dell’ospedale San Salvatore che fino ad ora ha avuto modo di visitare il paziente Messina Denaro per tre volte. L’ambulatorio allestito ad hoc per accogliere il boss è stato terminato ieri 19 gennaio e si trova di fronte alla cella di dieci metri occupata dall’ex latitante in regime di 41 bis. Una distanza brevissima pensata per evitare spostamenti e quindi contatti anche all’interno della struttura carceraria.


Per motivi di sicurezza al momento non è stata ancora diffusa la data della seconda chemioterapia: si prevede comunque la continuazione della cura la prossima settimana. Secondo quanto riferito dal dottor Vittorio Gebbia, responsabile di oncologia della clinica La Maddalena di Palermo dove il boss si curava in incognito prima di essere catturato, negli ultimi mesi la malattia di Messina Denaro aveva subìto una forte accelerazione. Dal 4 maggio del 2021 il capo mafioso si è sottoposto a sedute di chemioterapia e ora avrà bisogno di proseguire il ciclo nella struttura penitenziaria abruzzese. Secondo quanto riferito da Gebbia, lo scorso 16 gennaio, giorno della cattura di Messina Denaro, i carabinieri avrebbero chiesto al medico di poter «posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che il boss avrebbe dovuto fare in clinica». Gebbia aveva così deciso di concedere l’autorizzazione «perché un ritardo così contenuto non avrebbe avuto alcun effetto sul suo stato di salute».


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