Confermato sciopero dei benzinai, gestori spaccati dopo il vertice in extremis col governo

La decisione finale verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per domani mattina, mercoledì 25 gennaio

Gestori dei carburanti spaccati dopo il vertice con il ministro Adolfo Urso. Le presidenza nazionale Faib Confesercenti ha deciso di ridurre a un solo giorno lo sciopero dei benzinai, previsto dalle ore 19 di questa sera e per 48 ore. La decisione, fa sapere la Federazione citata dall’Ansa, verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per domani mattina, mercoledì 25 gennaio. Dopo le ultime rassicurazioni avute dal governo nell’incontro finale del primo pomeriggio, i responsabili delle varie sigle hanno aperto una consultazione lampo al termine della quale Faib Confesercenti ha annunciato la riduzione dell’agitazione. «In segno di apprezzamento del lavoro svolto dal ministro e dai suoi collaboratori, e con l’obiettivo di ridurre il disagio alla cittadinanza, la presidenza Faib ha dunque deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione. La decisione verrà presentata alla riunione di coordinamento con le altre sigle, fissata per domani mattina, mercoledì 25 gennaio», si legge nella nota. Non sono dello stesso parere, però, i presidenti di Fegica e Figisc/Anisa che in un comunicato ribadiscono il poco preavviso sulla riduzione a un solo giorno dell’agitazione. «Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero» che quindi, per le Federazioni, «rimane confermato». E poi ancora: «Il tentativo in extremis fatto dal ministro Urso peraltro apprezzato, non riesce ad intervenire con la necessaria concretezza».


Tuttavia, in molte regioni d’Italia si segnalano già code alle pompe per rifornirsi di carburante prima dello sciopero, che si protrarrà fino alle ore 19 di giovedì 26 gennaio. Per il servizio autostradale gli orari dello sciopero sono ritardati di tre ore: dalle 22 di oggi alle 22 del 26. Già ieri mattina, in alcune aree, hanno iniziato a formarsi le prime code ai distributori. Sui quali apparirà un comunicato delle principali sigle di categoria: «Il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di trasparenza e zone d’ombra solo per nascondere le proprie responsabilità ed inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono». A un’ora e mezza dall’inizio della protesta, intorno alle 17.20, fonti delle rappresentanze dei gestori hanno comunicato all’Ansa: «È un momento delicato, siamo in attesa delle determinazioni di tutte le federazioni».


I servizi minimi garantiti

Quello offerto dai benzinai è considerato un servizio pubblico essenziale. Di conseguenza, almeno parzialmente, deve essere mantenuto attivo, esattamente come avviene per il trasporto pubblico e la sanità. A stabilirlo è la legge numero 83 dell’11 aprile del 2000 che modifica la legge del numero 146 del 12 giugno 1990. I distributori di carburante in Italia sono 22.654. Il 70% di questi è affiliato alle sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero: Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio. Un 10%, invece, è gestito direttamente dalle compagnie petrolifere. Questi non possono scioperare. Chi chiude, non dovrà offrire nessun servizio, mentre chi resta aperto dovrà farlo mantenendo attivi tutti i servizi regolari.

I distributori aperti in autostrada

Ma quindi, quali quanti distributori rimarranno aperti? Non meno di uno ogni 100 chilometri in autostrada. A scegliere quali benzinai rimarranno aperti sono state le Regioni che determinano i turni di apertura. Saranno quindi 175 su 477, così suddivisi: 19 stazioni di servizio sull’autostrada A1, 10 sulla A3, 15 sulla A4, 3 sulla A5, 4 sulla A6, 5 sulla A7, 2 sulla A8-A9, 6 sulla A10, due sulla A11, 8 sulla A12, 4 sulla A13, 20 sulla A14, 4 sulla A15 e sulla A16, 3 sulla A18 e sulla A19, 2 sulla A20, 6 sulla A21, 7 sulla A22, 2 sulla A23, 3 sulla A24, 2 sulla A25, 6 sulla A26, 2 sulla A27, sulla A28,sulla A30 e sulla A31, 3 sulla A32 e sulla A50, due sulla A51, una sulla A52, 4 sulla A55, 2 sulla A57, 3 sulla tangenziale di Napoli, 4 sul Gra e 2 sulla Roma-Fiumicino.

I distributori aperti in città

E per quanto riguarda i distributori cittadini? Come spiegato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), sulla rete ordinaria «deve essere mantenuto in servizio un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi». Dona aggiunge che a individuare i distributori, in questo caso non sono i presidenti di regione, ma i prefetti. A questo proposito, ha richiesto «che domani il Governo faccia effettuare controlli a tappeto dalle forze dell’ordine, polizia stradale, carabinieri e guardia di finanza, per accertare il rispetto della regolamentazione sugli scioperi e che, quindi, nella rete autostradale i distributori rimangano aperti almeno ogni 100 chilometri e nella rete ordinaria in numero non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi».

La ragione dello sciopero

La decisione dello sciopero è nata in seguito alla scelta dell’esecutivo di non rinnovare lo sconto sulle accise voluto dal governo Draghi a marzo 2022 per rispondere all’aumento dei prezzi esasperato dalla guerra in Ucraina. Dopo l’aumento dei prezzi si è iniziato a sospettare di speculazione come dichiarato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Sospetti che hanno suscitato l’ira benzinai. Pressate dal governo, le sigle sindacali hanno ridotto la durata dello sciopero, che inizialmente avrebbe dovuto estendersi per 60 ore.

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