Abuso di farmaci per combattere l’ansia delle interrogazioni: l’allarme tra i giovanissimi romani

Le storie: ad aggravare il malessere psicologico dei ragazzi la pandemia e lockdown

Tra le varie ripercussioni che la pandemia e il lockdown avrebbero avuto sulla mente dei più giovani, ci sarebbe il bisogno di ricorrere a farmaci per controllare l’ansia legata alla scuola. Dalle benzodiazepine ai Fiori di Bach, secondo quanto scrive Repubblica, queste sostanze sarebbero ormai indispensabili a larga parte degli studenti per per superare un compito in classe o un’interrogazione senza rischiare un attacco di panico.


Le testimonianze

Alla testata parlano un paio di ragazzi, come Marco (15 anni), al biennio di Scienze umane al Rousseau di Roma. A partire dalla fine della quarantena, ha iniziato ad assumere benzodiazepine contro l’ansia e la «depressione maggiore» che vive a causa delle prestazioni scolastiche. Ormai avrebbe sviluppato «una forte dipendenza fisica e mentale», che «per la maggior parte del tempo» lo fanno sentire «solo “drogato”». Alla sua storia si aggiunge quella di Rita, una studentessa maggiorenne dell’Albertelli. «Ho iniziato a prendere le gocce di fiori di Bach un anno e mezzo fa per l’ansia a scuola. Le prendo quattro volte al giorno. È un rimedio omeopatico — prosegue — ma comunque riesce a rilassarmi, ormai sono convinta che dal momento in cui le prendo mi tranquillizzo». L’uso di queste sostanze da parte dei giovanissimi è confermato anche da farmacisti e dai contenuti social che gli stessi studenti registrano e condividono.


Le segnalazioni alla Rete degli studenti medi

In un video su TikTok, per esempio, si vede una ragazza assumere i fiori di Bach per «calmarsi prima dell’interrogazione», si legge nella didascalia. Queste e altre segnalazioni sono state raccolte dalla Rete degli studenti medi. Il sindacato giovanile ha realizzato un’indagine sulla salute mentale degli adolescenti: “Chiedimi come sto”. «Il 60% degli intervistati ha dichiarato di avere un disagio mentale — spiegano dalla Rete —. Il 66% è demotivato e il 55% dice di non provare quasi mai allegria e serenità. La salute degli studenti e delle studentesse è in pericolo. E il rischio che qualcuno possa assumere queste sostanze anche senza il parere di uno specialista è concreto. Perché nulla o quasi è stato fatto per aiutare questi ragazzi».

Leggi anche: