L’infermiera dell’ospedale Pertini che ha soccorso il bimbo soffocato: «Ho fatto di tutto per provare a salvarlo»

La donna si è confidata con le colleghe. La sua versione non collima con quella della madre

L’infermiera dell’ospedale romano Pertini di Roma che nella notte tra il 7 e l’8 gennaio era al lavoro quando è morto il neonato Carlo Mattia dice di aver fatto quello che doveva per provare a salvarlo. Garantisce di aver seguito il protocollo. Compresa la manovra rianimatoria. Ora è sconvolta. E sarà a breve ascoltata dagli inquirenti che indagano per omicidio colposo. La donna ha fatto confidenze alle colleghe, oggi riportate da Il Messaggero. «Viene al lavoro come sempre. D’altronde non ha alternative», raccontano loro. «Ma è esausta. Ha sempre davanti agli occhi il bimbo morente. È stata sfortunata. Poteva capitare a chiunque». L’infermiera ha raccontato di aver eseguito durante il turno di servizio tutti i prelievi di routine. E di essere anche regolarmente passata per i controlli. La sua versione sembra non collimare con quello della madre di Carlo Mattia. Che ha detto di non ricordare di aver firmato i moduli del rooming-in. Ha aggiunto di aver chiesto aiuto e di essere stata ignorata. Una circostanza che aveva raccontato anche al compagno. Proprio sull’omessa vigilanza punterà l’indagine della procura. Il neonato sarebbe morto schiacciato dal corpo della madre.


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