Giarrusso nel Pd, cortocircuito al comitato Bonaccini dopo l’accoglienza: «Sale sul carro del vincitore, prima chieda scusa»

L’ex giornalista delle Iene ed europarlamentare dei 5 stelle si è presentato sul palco della convention milanese a sostegno del presidente dell’Emilia-Romagna

Al di fuori della cerchia degli organizzatori della kermesse bonacciniana, nessuno si aspettava che Dino Giarrusso potesse annunciare pubblicamente l’ingresso nel Partito democratico e il sostegno alla candidatura del presidente dell’Emilia-Romagna alla segreteria. Contemporaneamente. Talent Garden di Milano, sta andando in scena una due giorni di interventi e incontri faccia a faccia tra esponenti di spicco del Nazareno arrivati da tutta Italia. A un certo punto, sul palco, sale l’ex giornalista de Le Iene ed europarlamentare del Movimento 5 stelle, fuoriuscito dalla compagine grillina lo scorso maggio in rottura con la presidenza di Giuseppe Conte. A microfono aperto, dichiara: «Annuncio oggi ufficialmente il mio ingesso nel Pd. Con grande gioia e orgoglio entro in una casa che esiste da tempo con rispetto per chi l’ha costruita e con umiltà. Entro in punta di piedi in una casa che esiste da tempo. Credo che sia necessario un centrosinistra forte, credo nel progetto di rinascita che Stefano Bonaccini ha in mente». È l’inizio di una valanga di polemiche.


Le reazioni

I militanti protestano nelle chat e sui social, diversi dirigenti del partito non sanno che giustificazioni dare. Può sembrare paradossale, ma anche l’entourage più vicino a Bonaccini che, ovviamente, era a conoscenza dell’intervento di Giarrusso, adesso prende le distanze. «Se ci sono persone che vogliono salire sul carro del vincitore, come succede sempre, dopo che ci hanno attaccato per anni, cambiano all’improvviso idea e vengono qui, noi siamo democratici e apriamo le porte ma manteniamo le nostre idee. Sono gli altri che cambiamo, non noi», dice Dario Nardella, coordinatore del comitato Bonaccini. Il sindaco di Firenze, senza incedere troppo sull’argomento, dà ragione a Piero Fassino circa le scuse che «Giarrusso dovrebbe fare a Roberta Pinotti perché qualche anno fa, quando lei era ministro della Difesa, disse che aveva le mani lorde di sangue. Ma questo non era vero ovviamente. Quindi prima di iscriversi al Pd dovrebbe chiarirsi le idee e su questo ci aspettiamo delle scuse».


Ci pensa Giorgio Gori, dal palco della convention, ad assumersi l’onere di esternare davanti al pubblico l’imbarazzo per quanto accaduto: «Stefano – dice rivolgendosi a Bonaccini -, so che sei molto inclusivo, è vero che la vocazione maggioritaria consiste nel convincere chi non la pensava come noi. Però io credo anche che ci sia il rischio di una corsa a salire sul carro del vincitore. E quando vedo venire qui chi ha detto le peggio cose del nostro partito presentarsi e dire “ci sono anche io”, allora forse qualche limite è giusto porlo». Non poteva mancare l’attacco di Matteo Renzi, al quale spesso Bonaccini viene accostato come erede del cosiddetto renzismo che ha trasformato il Pd negli anni ’10: «Il mio amico Bonaccini oggi ha spiegato la sua idea di Pd: cancellare il Jobs Act che ha creato più di un milione di posti di lavoro per accogliere la Iena ex grillina Giarrusso, che insultava i Dem su Tav, immigrazione, onestà. Finalmente smetteranno di dire che Bonaccini è renziano, sono felice per lui. Ma basterebbe rileggere i dati Istat sul Jobs Act e i tweet di Giarrusso per capire che il Pd non è più la casa dei riformisti. Contenti loro, contenti tutti: avanti con il Terzo polo».

Le frecciate dal comitato di Schlein

Anche dal comitato che supporta l’altra candidata alla segreteria, Elly Schlein, arrivano le critiche. «Menomale che si doveva andare in cerca di elettori perduti. Lo dico senza polemica. Magari Bonaccini è consigliato male, ma faccio notare che Giarrusso, al di là di tutto, alle ultime elezioni in Sicilia era candidato non solo contro il Pd, ma con Cateno De Luca», scrive su Twitter l’attuale vicesegretario, Peppe Provenzano. «C’è stato un tempo in cui lo sport di Giarrusso era attaccare il Pd, prima come Iena, poi come eurodeputato. Adesso aderisce al percorso congressuale. Senza chiarire o giustificare le cattiverie dette contro la nostra comunità. Almeno chieda scusa alla nostra gente», afferma Chiara Gribaudo, deputata e sostenitrice della mozione Schlein. Alcune fonti di Open presenti alla kermesse descrivono Nardella come «particolarmente infastidito» dal tweet di Provenzano che chiamerebbe in causa chi consiglia male Bonaccini.

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