«Gli appunti di Giorgia» sui primi 100 giorni del governo Meloni: «Il bilancio si fa alla fine» – Il video

Il primo appuntamento del 2023 della rubrica lanciata sui social dalla presidente del Consiglio

La presidente del Consiglio torna con una nuova puntata della rubrica social «Gli appunti di Giorgia», in occasione dei 100 giorni del suo esecutivo. Patto per la terza età, ddl sulla giustizia, ma anche progetto stazioni sicure, incontri in Algeria e Libia per fare dell’Italia l’hub energetico d’Europa e contrasto all’immigrazione irregolare: questi i cinque progetti che Giorgia Meloni ha ricordato di aver realizzato con il suo governo. Progetti che per la premier non sono solo di “facciata”: «Il governo non punta a misure spot», ha detto. «Ho visto governi che avevano la necessità di comunicare ogni giorno iniziative diverse, ma quelle iniziative non erano soluzioni. Io voglio soluzioni». E nonostante il bilancio di questo lavoro, lo tirerà «alla fine di questo percorso», la premier si è detta ottimista: «L’Italia è più solida di quanto si voglia far credere, di quanto dicono alcuni. Se si va a guardare i dati si scopre che questa nazione ha grande capacità di resistere e reagire. Le cose non vanno così male alcuni vorrebbero, spererebbero o dicono». Meloni ha ricordato che negli ultimi 100 giorni lo «spread è sceso a 185 punti base, la Borsa ha avuto un aumento del 20%, e la Banca d’Italia stima che l’Italia sarà in netta ripresa quest’anno e questa ripresa si stabilizzerà nel 2024 e nel 2025».


I progetti

Spunta verde sul patto per la terza età, ovvero «un disegno di legge – spiega Meloni – molto complesso e molto ampio che vuole aiutare gli anziani il più possibile, dove non ci sono altre possibilità deve esserci lo Stato. Prevede la possibilità per gli anziani in difficoltà di rafforzare l’assistenza domiciliare e farlo con percorsi personalizzati». Ciò che vuole il governo è «evitare, quando è possibile evitarlo, che un anziano finisca in una struttura sanitaria di assistenza, quindi – continua – potenziamo i caregiver familiari, incentiviamo i progetti di co-housing, e una maggiore possibilità di accedere alle cure palliative». Per quanto riguarda il ddl sulla procedibilità d’ufficio per i reati commessi con aggravante mafiosa presentato su iniziativa del guardasigilli, la premier ribadisce di aver «parlato con il ministro Nordio nei giorni scorsi, che è impegnato su una riforma molto seria e ampia della giustizia che possa garantire tempi certi e massimo delle garanzie per chi è sotto processo e sotto indagine, ma anche il massimo delle garanzie che quando vieni condannato sconti la pena», ha detto la premier aggiungendo di aver sottolineato a Nordio di voler «che la giustizia e lo stato di diritto siano presenti». Ciò detto, Meloni prova a guardare oltre: «Devono essere garantiti in particolare sui reati più percepiti, come spaccio di droga, furti in appartamento, rapine, troppo speso non perseguiti negli anni passati».


Sull’iniziativa del Viminale, denominata “stazioni sicure”, Giorgia Meloni spiega che si tratta di una «mobilitazione importante di forze dell’ordine con controlli a tappeto nelle principali stazioni italiane: Milano, Roma, Napoli. Un dispiegamento di migliaia di uomini che sono chiamati a controllare cosa succede nelle stazioni perché non è possibile aver paura di andare a prendere il treno». Il progetto del ministro Piantedosi ha portato a «350 denunce, 17 arresti, 93 stranieri espulsi e il sequestro di 1,5 chili droga e 2.100 pezzi di merci contraffatta. Questo è quello che c’è nelle nostre stazioni».

Infine, sul contrasto all’immigrazione irregolare, il governo Meloni ha invece siglato un accordo con la Libia. «Fermare le partenze non è una materia che si risolve in poche settimane, stiamo lavorando per coinvolgere anche l’Unione europea, ci sarà il 9 e 10 febbraio un Consiglio europeo straordinario per trattare il tema dell’immigrazione, come richiesto dall’Italia, il tema dell’immigrazione e della rotta del Mediterraneo centrale, che fino a ieri non era considerata prioritaria, il tema della difesa delle frontiere esterne, che fino a ieri non era considerato prioritario e oggi è definito una priorità», ha detto la premier ricordando – inoltre – come «prima del diritto a emigrare, io ritengo che debba esserci il diritto a non farlo. Cioè di vivere nella propria nazione. Ed è il lavoro che l’Italia sta facendo».

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