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Pfizer diventa la prima al mondo nel 2022 grazie ai vaccini. Ma il boom è finito e ora cerca la pillola magica per dimagrire

31 Gennaio 2023 - 19:23 Franco Bechis
Oltre 100 miliardi di ricavi nell'anno alle spalle. Ma nel 2023 sarà difficile bissare la performance. Ecco come cambiano investimenti e affari della multinazionale

Il 2022 è stato un anno irripetibile nella storia di Pfizer, che per la prima volta ha sfondato il tetto dei 100 miliardi di ricavi raggiungendo i 100,33 annunciati ieri in una teleconferenza con la comunità finanziaria dal presidente del colosso farmaceutico Albert Bourla. Una crescita di ben 19 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, accompagnata da un utile altrettanto ricco: 31,37 miliardi di euro rispetto ai 21,97 del 2021 che fa balzare Pfizer al primo posto mondiale nella classifica per fatturato dei gruppi farmaceutici, superando quella Johnson & Johnson che nel 2021 le stava ancora davanti per un’incollatura. Contenti ovviamente gli azionisti, che incasseranno dividendi superiori del 62% a quelli dell’anno precedente. Ma numeri come questi non saranno più raggiungibili a breve, ed è stata la prima cosa comunicata ieri dal management dell’azienda: per il 2023 si prevede una contrazione del fatturato del 30% (scenderà a una cifra compresa fra 67 e 71 miliardi di dollari) e del 50% dell’utile.

Crollano nel 2023 i ricavi da Covid 19 perché la pandemia sta spegnendosi

Quella che ovviamente non è una buona notizia per gli investitori, lo diventa invece per tutto il resto del mondo: la frenata di Pfizer è dovuta tutta alla rapida caduta dei ricavi dai vaccini (Comirnaty) e dalle pillole (Paxlovid) anti Covid-19. Nel 2022 è da lì che è arrivata più della metà degli incassi, con un fatturato di 56,7 miliardi di dollari diviso fra vaccini (37,80 miliardi di dollari) e pillola anti-virale (18,9 miliardi di dollari). Una cifra impressionante: con i soli prodotti Covid Pfizer sarebbe oggi comunque al terzo posto della classifica mondiale davanti a Novartis, Merck, Bristol Myers Squibb e GlaxoSmithKline. Ma nel 2023 secondo le previsioni Pfizer questo fatturato si dimezzerà, scendendo a 21,5 miliardi di dollari, di cui 13,5 dai vaccini e 8 dalle pillole. La caduta verticale del settore è dovuta soprattutto (ma non solo: c’è anche una tempistica negli ordini pubblici) all’attenuarsi dell’emergenza pandemica, e questa certamente è buona notizia per tutti.

La pillola anti virale ha convinto la Cina: i vaccini saranno in vendita in farmacia

Sia nel 2023 che nel 2024 (quando cresceranno un po’ i ricavi) Pfizer continuerà a vendere vaccini e pillole anti-Covid che resteranno la divisione più importante del suo fatturato. Ma punterà a farlo sempre più attraverso la rete commerciale ordinaria (farmacie) e sempre meno attraverso gli accordi con Stati e governi. In quel modo i volumi scenderanno, ma il prezzo per prodotto venduto crescerà sensibilmente e in parte compenserà. Nella prima parte del 2023 avrà un peso anche la Cina, a cui da inizio dicembre 2022 sono state fornite milioni di dosi di Paxlovid, che poi veniva distribuito gratuitamente alla popolazione a spese dello Stato. Quell’accordo però è valido solo fino al 31 marzo 2023, e da aprile Pfizer avrà come clienti solo canali non governativi, ospedali semi-privati compresi. E la pillola antivirale verrà venduta a prezzo di mercato.

Entro autunno arriva il bivalente a mRNA per evitare coronavirus e influenza

Per i vaccini Covid Pfizer punta molto sul bivalente designato a dicembre dalla Fda: unirà il più aggiornato vaccino Omicron al più tradizionale anti-influenzale sviluppato da BioNTech sulla tecnologia a mRNA. Come ha spiegato lo stesso Bourla in teleconferenza il bivalente «contiene filamenti di mRNA che codificano la proteina spike wild-type del SARS-CoV-2 e la proteina spike delle sottolinee Omicron BA.4/BA.5, oltre a filamenti di mRNA che codificano l’emoagglutinina di quattro diversi ceppi influenzali, raccomandati per l’emisfero settentrionale 2022/23 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità».

Il settore che cresce di più è quello dei vaccini anti pneumococco

Da tempo Pfizer però sta cercando alternative ai vaccini Covid per non fare precipitare il proprio fatturato. Un po’ lo ha fatto grazie a una politica di continue acquisizioni di altre case farmaceutiche, ma soprattutto con lo sviluppo della famiglia dei vaccini Prevenar anti pneumococco. Già nel 2022 i ricavi dalla linea hanno portato 6,3 miliardi di dollari in cassa, con una crescita di 1,1 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente. Ora, ha spiegato Bourla, «Prevenar 13 nei mercati emergenti è in crescita del 22% a livello operativo, grazie soprattutto alla forte crescita in Cina e alla tempistica favorevole delle vendite a GAVI, la Vaccine Alliance». E a gennaio la Fda ha sdoganato anche il Prevenar 20 per i bambini da 6 settimane a 17 anni di età.

Un vaccino contro il cancro alla prostata e la pillola anti-diabete che fa dimagrire

Ma la svolta potrebbe arrivare da vaccini e farmaci allo studio o in fase di sperimentazione anche avanzata. Spesso sviluppando la tecnologia a mRNA di BioNTech. È prossimo il lancio di un vaccino contro l’emicrania acuta e sono in fase di sperimentazione vaccini contro il cancro alla prostata, contro il mieloma multiplo, contro l’alopecia e contro la colite ulcerosa. Grandi aspettative ci sono su farmaci contro i tumori maligni ematologici e soprattutto su una pillola contro il diabete di tipo 2 utilizzabile anche per la cura dell’obesità. Ha grande comodità di assunzione (essendo per via orale) rispetto all’insulina e non ci si nasconde che potrebbe diventare anche di più largo consumo: una sorta di pillola buona anche per le diete dimagranti.

Foto di copertina: EPA/GIAN EHRENZELLER – Il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, aspire l’ultima edizione del World Economic Forum – Davos, 19 gennaio 2023.

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