L’ambasciatore di Mosca Razov scrive a Crosetto: «Cittadini russi in Italia discriminati»

La lettera di Sergey Razov al ministro della Difesa: «State riducendo il dialogo tra i nostri popoli»

L’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov ha scritto una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto. Il documento è stato condiviso sui canali social dell’ambasciata russa per denunciare la presunta «discriminazione» subita dai cittadini russi in Italia. Tra le altre cose, Razov parla di «sequestri di immobili e altri beni di imprenditori», della «irragionevole espulsione di trenta dipendenti dell’ambasciata» e della cancellazione di performance artistiche «di personaggi della cultura russa». L’ambasciatore risponde poi alle parole rilasciate qualche giorno fa da Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera. In quell’occasione, il ministro aveva detto che «l’Europa non dovrebbe chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come nemico». Questa la risposta di Razov: «Raramente siamo d’accordo con le tue affermazioni e le azioni legate principalmente alla fornitura di armi italiane all’Ucraina, ma penso che sotto queste parole quasi tutti i cittadini russi firmerebbero senza esitazione. Ma fino a che punto sono d’accordo con le cose? Guardiamo in faccia la realtà. Chi sta riducendo le opportunità di contatti e di dialogo tra i popoli dei nostri paesi?», si chiede l’ambasciatore russo. Razov elenca poi altre iniziative prese dal governo italiano, che secondo lui rappresenterebbero episodi di discriminazione ai danni dei cittadini russi. «Rifiuti immotivati del servizio bancario, chiusure forzate e altre restrizioni discriminatorie sulla base della presenza di un passaporto russo o di un semplice riferimento nei documenti alla Russia come luogo di nascita sono diventati un evento comune nella vita dei nostri connazionali in Italia», denuncia Razov. L’ambasciatore russo, poi, chiude la lettera con una frecciatina al ministro Crosetto: «In Russia la gente è abituata a giudicare non dalle parole, ma dai fatti. Le cose sono molto diverse dalle sue parole, ed è difficile credere sempre nella loro sincerità».


Foto di copertina: ANSA/FABIO CIMAGLIA


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