La Cometa Verde sarà di nuovo vicino alla Terra dopo 50 mila anni: quando passerà e come vederla

Solo in questi giorni può essere individuata a occhio nudo, nelle ore più buie e lontano dai centri abitati

Occhi puntati verso il cielo. Mercoledì 1 e giovedì 2 febbraio la Cometa Verde sarà di nuovo vicino alla Terra. L’ultima volta che si trovò al perigeo, ovvero nel punto più vicino al nostro pianeta, fu circa 50.000 anni fa. All’epoca in Europa convivevano uomini di Neanderthal e Homo sapiens. Il corpo celeste – elencato con il nome scientifico di C/2022 E3 (ZTF) – è stato scoperto lo scorso maggio da una coppia di astronomi americani. Attraverso una telecamera a grande campo dell’Osservatorio Palomar in California, integrata in un programma automatizzato di osservazione chiamato Zwicky Transient Facility, da cui l’acronimo ZTF che comprende anche il nome tecnico della cometa.


Mercoledì 1 e giovedì 2 febbraio

Il 12 gennaio la cometa ha raggiunto la distanza minima dal sole e alla fine del mese ha iniziato a transitare nei nostri cieli. Ma solo in questi giorni può essere individuata a occhio nudo tra l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore. E nelle ore più buie in zone lontane dai centri abitati. Dopo essere passata vicino alla Terra, la cometa si avvicinerà a Marte il 10 febbraio prossimo. La cometa ha cominciato ad essere definita «verde», perché quello è il colore che la sua chioma. Ovvero la nube gassosa che circonda il suo nucleo, presenta nelle fotografie. Attualmente la luminosità della cometa è appena sopra la soglia di visibilità, dicono gli esperti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Per riuscire a vederla bisogna guardare verso Nord. Meglio se con l’aiuto di un binocolo e lontano dalle luci delle città.


La Cometa di Neanderthal

«A occhio nudo potrebbe non essere affatto visibile, probabilmente nemmeno da luoghi scuri. Stiamo infatti andando verso la Luna piena. Anche questa luce disturba l’osservazione», ha spiegato nei giorni scorsi all’agenzia di stampa Ansa l’astronoma Elena Mazzotta Epifani, dell’Inaf. La cosiddetta Cometa di Neanderthal «fa parte della famiglia delle comete di lunghissimo periodo, che provengono dalle zone più lontane dal Sistema Solare», aggiunge la ricercatrice. Le comete sono suddivise in famiglie a seconda della lunghezza delle orbite che percorrono. «Il 2 marzo 2022, quando questa cometa è stata scoperta, la sua chioma e la sua bellissima coda non erano ancora sviluppate. E da allora si continua a studiarla», osserva la ricercatrice. «Visitatori così rari sono molto importanti perché possono raccontarci le nostre origini».

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