Alatri, Thomas Bricca «morto per errore»: il killer forse appartiene a un clan nomade

Uno scambio di persona con un cittadino marocchino che aveva un giubbotto simile. Si cerca un esponente della criminalità del Basso Lazio

L’omicidio di Thomas Bricca ad Alatri è probabilmente frutto di un errore di persona. Il proiettile che lo ha colpito in Largo Cittadini sotto il “Girone” era destinato ad un altro ragazzo. Un cittadino marocchino che indossava un giubbotto simile al suo. E che sarebbe al centro di un giro di hascisc in zona. Questo ha messo in contrapposizione i due gruppi di ragazzi nel week end “caldo” della cittadina in provincia di Frosinone. Della seconda “gang” fanno parte i due fratelli ascoltati ieri fino al mattino. Che però hanno negato ogni responsabilità. Ma se dell’ipotesi di uno scambio di persona si parla fin dai primi momenti dell’omicidio davanti al bar pizzeria Brio, ora si parla di un esponente di un noto clan nomade del Basso Lazio. Ingaggiato, è l’ipotesi degli inquirenti, per “vendicarsi” del cittadino marocchino.


Il Casermone di Frosinone

Ad indicarlo sarebbero stati diversi testimoni che lunedì sera hanno assistito alla sparatoria in pieno centro ad Alatri. Non è escluso che questa persona sia stata già ascoltata dai carabinieri che indagano insieme al procuratore Antonio Guerriero. Ma al momento non è arrivato nessun fermo. La ricostruzione dell’omicidio Bracci parte dal sabato e dalla domenica precedenti. Nell’occasione, al culmine di una rissa tra ragazzi, una persona è stata appesa sulla balaustra della scalinata del “Girone” e colpita a sprangate. Quella stessa persona sarebbe il guidatore dello scooter T-Max che ha portato il killer di Bricca nella piazzetta. A quanto pare gli investigatori lo cercano: diversi controlli si sono svolti al Casermone di Frosinone, ovvero una struttura di case popolari diventato piazza di spaccio e covo di chi ha guai con la polizia.


L’interrogatorio dei due fratelli e il clan Spada

I due fratelli interrogati ieri sono un 17enne e un 20enne. Hanno la fedina penale pulita. Ma anche qualche frequentazione problematica. Tra questi alcuni esponenti del Clan degli Spada di Ostia. Sul profilo Instagram di uno di due c’è un video che mostra il fratello mentre carica una pistola Glock e spara. L’arma non è vera, fa sapere oggi Il Messaggero. Sempre nei profili ci sono carrellate di auto costose e le immancabili immagini di Al Pacino in Scarface. L’uomo picchiato al Girone nel week end sarebbe loro zio. E ora, si dice, è stato ricoverato nel reparto di ortopedia dell’ospedale di Alatri. I due hanno fornito degli elementi ritenuti utili dagli inquirenti. «Noi con la sparatoria non c’entriamo, ma…», hanno esordito. Per poi proporre una loro ricostruzione della dinamica dei fatti. Compresi i nomi di chi potrebbe aver chiamato i killer che hanno sbagliato obiettivo colpendo Thomas.

L’esponente del clan nomade

La rissa tra giovani era cominciata sabato. Un gruppo di nordafricani ospitati in una casa famiglia e uno di italiani a fronteggiarsi. Per questo ora si cerca l’esponente del clan nomade. Il sospetto potrebbero averlo assoldato uno dei due gruppi rivali. Per organizzare quindi l’agguato mortale nel centro del paese. Non è escluso infatti che possa essere stato proprio lui a premere il grilletto della pistola. La procura ha bollato come infondate alcune ricostruzioni circolate sui giornali. E ha chiesto «massimo riserbo» sulla vicenda dopo la fuga di notizie iniziale. Quel che è certo, però, è che nei due giorni precedenti l’agguato, Alatri – come confermano anche alcune mail inviate dal sindaco Maurizio Cianfrocca alle forze dell’ordine – si è trovata nel mezzo di due maxirisse in pieno giorno.

L’autopsia

Prima in un vicoletto a due passi da piazza Santa Maria Maggiore. E poi il giorno dopo nello slargo che tutti in città chiamano il “Girone”. Thomas Bracci è stato dichiarato clinicamente morto dal San Camillo di Roma. A breve la procura conferirà l’incarico per l’autopsia. Intanto sui social network monta la rabbia degli amici di Thomas. Qualcuno di loro promette “vendetta”. Per oggi dalle 10 alle 12 si sono dati appuntamento per una manifestazione che però non sarebbe stata autorizzata. La paura che l’omicidio possa esasperare gli animi in città è più concreta che mai. «L’incontro di domani – scrive un amico – si farà con o senza autorizzazione. Non ci serve la protezione di nessuno, perché nessuno ha protetto Thomas. Siamo brava gente, vogliamo solo salutarlo in pace».

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