La prof colpita dai pallini in classe a Rovigo: «La preside mi ha tolto tre classi. La punizione agli studenti? Dovrebbe essere più dura»

La docente: il resto della classe continua a prendermi in giro a distanza

La professoressa Maria Cristina Finatti ha intenzione di andare fino in fondo con la querela ai ragazzi che l’hanno colpita in classe con una pistola a pallini. E in un’intervista a Repubblica dice anche che la preside dell’istituto le ha tolto tre classi. I fatti risalgono all’ottobre scorso. Nel frattempo gli studenti si sono scusati. Ma lei non è soddisfatta. Dice che gli studenti l’hanno colpita «perché cercano i follower, la condivisione sui social. E subito dopo cercano i soldi. Perché non hanno educazione, né un sentimento di riconoscimento del prossimo. Perché non si rendono conto di quello che fanno e io proprio non riesco a perdonarli». Ricorda che quel martedì 11 ottobre era alla quarta lezione con loro. «In fondo alla classe c’era quello con la pistola, a fianco a me, alla mia destra, il compagno che doveva far partire il telefonino. L’avevano appoggiato sul banco, e tenuto diritto da uno zaino. Avevano organizzato tutto». Secondo Finatti «hanno spinto uno dei ragazzi a sparare, lo dirà anche lui: ‘Mi hanno costretto’».


Il video su Whatsapp

Poi il secondo colpo: « Ero seduta alla cattedra, e ho sentito un dolore fortissimo. Mi sono alzata. Non avevo visto sparare, no. Non avevo visto neppure la pistola giocattolo». La preside, racconta la prof, le ha detto di andare a casa: « Mi avevano sparato ed ero io il problema, sembrava fosse colpa mia, che avessi fatto male in classe. Non ha neppure chiamato i carabinieri. Avrei dovuto andarci io, con i pallini in mano. Invece li ho consegnati al vicepreside». Nel frattempo loro avevano già messo il primo video su Whatsapp. «Il vicepreside l’ha visto subito, ma non ha voluto mostrarmelo. Io l’ho recuperato dopo una settimana. Successivamente, è entrato nella lavatrice social e a gennaio è riesploso. Credo che senza video, e la pubblicità al caso che ha imposto, la vicenda degli spari si sarebbe chiusa. Oggi, dico, senza quelle immagini così plateali non saprei come difendermi».


La punizione

La scuola ha risposto con tre sospensioni «con obbligo di frequenza. La preside mi ha tenuto fuori da tutto, non so nulla dell’inchiesta interna. Mi ha tolto tre classi, questo sì, di nove che ne avevo. Ho temuto che me le togliesse tutte e nove». Secondo la prof «dovrebbero ricevere una punizione superiore a quella di oggi. Sono stati sospesi per cinque giorni con l’obbligo di frequentare un’associazione collegata all’istituto. Mi sembra poco. E il resto della classe continua a prendermi in giro a distanza, anche se non sono più lì. Hanno preso una nota per questo, con un altro docente».

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