La promessa di Giorgia Meloni: «Tasse, giustizia, burocrazia: il 2023 sarà l’anno delle grandi riforme»

La premier promette di tagliare ancora il cuneo fiscale e riformare il reddito di cittadinanza

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia una legge delega sul fisco. Che toccherà tutti i settori e metterà al centro anche dipendenti e pensionati. Meloni parla in un’intervista al Sole 24 Ore. E dice anche che con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta lavorando per mettere al sicuro il debito pubblico. Come? Aumentando il numero di italiani residenti che ne detengono quote. La presidente del Consiglio vuole anche continuare a tagliare il cuneo fiscale. E riformare il reddito di cittadinanza. La premier dice che il momento più bello di questi primi cento giorni a Palazzo Chigi è stata la cattura di Matteo Messina Denaro. Mentre il potere «è seducente e tenta di ammaliarti in ogni momento. La sfida quotidiana è rimanere con i piedi ben piantati per terra».


La differenza tra Meloni e Draghi

Nel colloquio con Fabio Tamburini Meloni spiega che non si sente in continuità con il governo Draghi: «Questo è un governo politico scelto dai cittadini, sostenuto da una maggioranza politica e con un programma votato dagli elettori. Un governo che gli italiani hanno voluto per segnare una netta discontinuità con chi ci ha preceduto a Palazzo Chigi. E i provvedimenti che abbiamo adottato, penso per esempio alla revisione del reddito di cittadinanza o ai passi decisi sull’indipendenza energetica con lo sblocco per la produzione di gas nazionale, lo dimostrano». Sul debito pubblico la premier dice che vuole «ridurre la dipendenza dai creditori stranieri, aumentando il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote di debito. Mi faccia aggiungere un elemento: l’unica strada per rendere sostenibile un debito elevato come il nostro è la crescita economica, non le politiche di cieca austerità viste negli anni passati».


Il fisco e l’evasione

Per Meloni la lotta all’evasione fiscale «deve diventare internazionale». Mentre sulla famiglia «bisogna sostenere il lavoro femminile e investire in tutti quegli strumenti utili, sia pubblici che privati, di conciliazione vita-lavoro. A partire dal potenziamento degli asili nido». Sul fisco invece il governo lavora alla legge-delega: «Punteremo di più sugli strumenti in grado di favorire l’adempimento spontaneo. Per le piccole e medie imprese con l’istituzione di un concordato preventivo biennale. Le agenzie fiscali con tutte le banche dati che hanno a disposizione possono tranquillamente stimare il reddito delle imprese con cui potranno sedersi a tavolino e dire loro: `Tu per due anni paghi quel dovuto e se fatturi di più non mi dai nulla, in cambio non ti sottopongo a controlli’. Se il contribuente rifiuta sarà soggetto a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate».

La promessa

Su lavoro e istruzione Meloni punta alla «formazione sia nell’ambito delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che nei settori di eccellenza della manifattura italiana». Infine, la promessa: «Il 2023 dev’essere l’anno delle grandi riforme che l’Italia aspetta da anni ma che nessuno ha avuto il coraggio di fare. È arrivato il tempo di una riforma fiscale che costruisca un nuovo rapporto tra lo Stato e i contribuenti, di una riforma della burocrazia che la faccia ritornare al servizio di famiglie e imprese e di una riforma della giustizia che garantisca certezza del diritto e certezza della pena. Senza dimenticare l’avvio di un grande processo di riforma per rendere le nostre Istituzioni più moderne ed efficienti, mettendo insieme presidenzialismo e autonomia».

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