Meloni difende i suoi: «No a dimissioni Delmastro e Donzelli, gli atti non erano segreti» – Il video

Parola fine, dice il premier anche sul caso, già smentito, dei corsi scolastici di tirassegno: «Quando una cosa viene smentita dagli interessati bisognerebbe prenderne atto»

Rimane sulla linea difensiva il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Milano per alcune iniziative istituzionali (ma in serata parteciperà anche ad un meeting a sostegno del governatore uscente Attilio Fontana): «Non penso ci sia bisogno delle dimissioni» degli esponenti di Fratelli d’Italia Donzelli e Delmastro, ha detto in un punto stampa in Prefettura: «La procura fa il suo lavoro – aggiunge – e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto. E mi pare che queste informazioni sensibili fossero già presenti suoi quotidiani», ha ribadito ma senza citare quale giornale avrebbe pubblicato le intercettazioni di cui si parla e su cui la procura di Roma ha avviato da giorni un’inchiesta con l’ipotesi di rivelazione del segreto d’ufficio. Motivo per cui, ripete Meloni, «non ho ragione di dire che ciò che sta sulla stampa non possa andare in Parlamento». Linea con poche modifiche anche nel caso di Alfredo Cospito, il detenuto anarchico al 41bis: «Lo Stato non può scendere a patti con chi lo minaccia, questo vale per la mafia ieri e per gli anarchici oggi». Quindi, parola fine, dice il premier, sul caso della presunta proposta di includere il tirassegno tra le attività scolastiche: «Io ritengo che questa cosa non sia mai esistita e Fazzolari dice di non averla mai detta. Nessuno ha mai pensato una cosa come quella. È un caso che non esiste». Il sottosegretario Fazzolari ha già smentito la notizia pubblicata da La Stampa, sebbene il quotidiano torinese si dica pronto a ribadirne il contenuto parola per parola: «Quando una cosa viene smentita dagli interessati – conclude – bisognerebbe prenderne atto. Invece si continua a parlare di cose che non esistono».


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