Oltre 33mila vittime e 150mila sfollati dopo 2.400 scosse. I numeri della catastrofe in Turchia e Siria a una settimana dal terremoto

L’Onu stessa fa intanto autocritica sulla insufficienza degli aiuti inviati alla Siria nord-occidentale

È salito a 33mila il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito, dalla notte tra domenica e lunedì scorso, la Turchia e la Siria. Sono infatti 29.605 le vittime accertate sinora in Turchia e 3.574 in Siria. I numeri forniti oggi per la sola Turchia dal Dipartimento per i soccorso del ministero degli Interni (Afad) rendono chiaro il quadro drammatico della situazione. Sono state oltre 2.400 le scosse registrate nella regione meridionale di Marash, al confine con la Siria, dopo la prima e più violenta, di magnitudo 7.8. Gli sfollati sono conteggiati ufficialmente nell’ordine di 147.934. Al momento nella zona sono al lavoro 233.320 soccorritori ufficiali con l’ausilio di 12.322 macchinari, mentre sono 2.552 le persone impegnate nel supporto psicologico grazie anche a 384 veicoli. Sono state montate 175 mila tende per le centinaia di migliaia di sfollati che non hanno più una casa. Si stima che solo il 10% degli edifici della regione sia rimasto agibile a dopo il terremoto, che viene considerato dall’Onu il peggiore in 100 anni.


L’Onu fa autocritica sui soccorsi in Siria

Proprio dalle Nazioni Unite è arrivata in queste ore una severa autocritica, in particolare per quanto accaduto nella settimana trascorsa dall’altra parte del confine. «Finora abbiamo deluso le persone nel nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonate. Alla ricerca di aiuti internazionali che non sono arrivati», ha scritto in un tweet il massimo funzionario per le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Martin Griffiths. «Il mio dovere e il nostro obbligo è correggere questo errore il più velocemente possibile. Questo è il mio obiettivo attuale», ha aggiunto nel messaggio sulla piattaforma di microblogging inviato durante una visita nella zona di confine tra i due Paesi. Nei giorni scorsi, il funzionario Onu aveva reso noto di aspettarsi almeno un drammatico raddoppiamento del bilancio delle vittime. Fortunatamente, continuano in parallelo i salvataggi miracolosi. Oggi un bimbo di sette mesi è stato estratto vivo dalle macerie a 149 ore dal sisma.


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