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Elezioni regionali, l’effetto Conte si interrompe: il M5s non brilla sui territori

13 Febbraio 2023 - 16:17 Felice Florio
giuseppe conte crisi di governo cosa fa il m5s
giuseppe conte crisi di governo cosa fa il m5s
Dopo il risultato delle scorse politiche, l'avvocato del popolo ha iniziato a sognare il sorpasso a sinistra sul Pd. Ma nelle consultazioni comunali e regionali, la creatura di Grillo continua a faticare

Ci credevano. Non tanto nella vittoria delle elezioni regionali nel Lazio, ma in un avvicinamento, forse un sorpasso, alla lista del Partito democratico. I militanti e gli esponenti dei 5 stelle, invece, devono fare i conti con una consuetudine che accompagna il Movimento fin dalla sua nascita: quando si tratta di consultazioni comunali o regionali, le urne non sorridono alla creatura di Beppe Grillo. Nel Lazio, i primi dati danno Donatella Bianchi intorno al 10%, con la lista del Movimento a circa 9 punti percentuali di distanza da quella del Pd. Alessio D’Amato staccherebbe di un 22% circa la candidata grillina. La figura di Giuseppe Conte, riscopertosi portavoce dell’opposizione e non volto di governo, non è riuscita a imprimere la spinta che aveva fatto intravedere, alle scorse politiche, un possibile trend di crescita nei consensi: il Movimento aveva ottenuto circa il 15% delle preferenze tra gli elettori laziali. Andando ancora più indietro, alle Regionali del 2018, i grillini, candidando Roberta Lombardi, ottennero quasi il 27% delle preferenze per la candidata, il doppio di quelle ottenute da Bianchi, e il 22% come lista.

In Lombardia, dove M5s e Dem hanno corso insieme a sostegno di Pierfrancesco Majorino, la lista del Pd avrebbe distanziato di circa il 16% quella dei pentastellati. Questo dicono le prime evidenze delle proiezioni. Il confronto con le politiche dello scorso 25 settembre non sorride a Conte: se adesso la sua creatura si assesta intorno a un 4,8%, qualche mese fa il Movimento aveva ottenuto il 7,5%. Percentuali non distanti, ma che segnano una retromarcia sul trend dei consensi, avviatosi quando Conte ha iniziato a fare opposizione al governo Draghi, fino a togliergli la fiducia. Anche rispetto alle Regionali del 2018, il Movimento comprime la sua presa sull’elettorato: Dario Violi, correndo da solo, portò nelle urne pentastellate quasi il 18% dei consensi.

Certo è che, in queste Regionali di inizio 2023, l’astensione così elevata può aver penalizzato tanto il M5s quanto il Pd. Bisognerà attendere le analisi sui flussi elettorali per averne la certezza, ma intanto anche l’esponente di spicco di Fratelli d’Italia, il ministro Lollobrigida, ne dà evidenza: «Buona parte dell’astensione è riferibile all’opposizione. Sono abbastanza convinto che sia dovuto alla loro mancanza di proposta politica. Non parlano di cosa vogliono realizzare, pensano solo al fango. Dall’elettorato del centrosinistra è arrivato un segnale chiaro».

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