Milleproroghe, maggioranza e governo vanno avanti. Il Mef smentisce: «Nessuna perplessità sulle coperture dalla Ragioneria di Stato»

Tra sospensioni di Aula e proteste delle opposizioni, il centrodestra assicura: «Non cambia la normativa vigente, quindi il tema della copertura non si pone». Il decreto passa con 88 voti a favore e 63 contrari

Dopo un paio di sospensioni di Aula, tensioni tra esecutivo e partiti di maggioranza e accuse delle opposizioni, la diatriba sul decreto Milleproroghe rientra sui binari previsti dal governo di centrodestra. Gli emendamenti del contendere sono quelli relativi alla proroga delle concessioni balneari di un anno in più rispetto alla scadenza stabilita dal governo Draghi, a fine 2023. Sembrava che la Ragioneria di Stato avesse sollevato alcuni dubbi sul testo, in quanto sia una possibile procedura di infrazione per inadempienza della direttiva Bolkestein sia il mancato gettito fiscale che, invece, sarebbe derivato da una nuova messa a bando dei tratti di costa italiana, comporterebbero un aggravio per le casse dello Stato. Almeno, questa è l’interpretazione data da tutti gli esponenti di opposizione, impegnati nella Sala Garibaldi di Palazzo Madama a informare i giornalisti su quanto accade in Aula. Dopo un botta e risposta tra il ministro Luca Ciriani e il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, la maggioranza decide di proseguire per la sua strada e ignorare l’allerta della Ragioneria. Poi in serata la smentita: il ministero dell’Economia afferma che la Ragioneria non ha espresso alcuna perplessità e che «non ha formulato rilievi in ordine alla copertura finanziaria» della proroga delle concessioni. Intorno alle ore 19.30, arriva il via libera dell’Aula al decreto: i “sì” sono stati 88, i “no” 63 e le astensioni 3. Il provvedimento ora passa alla Camera, dove andrà convertito entro il 27 febbraio.


La nota delle opposizioni

Rivolgendosi al senatore del Movimento 5 stelle, Stefano Patuanelli, il collega della Lega Massimo Garavaglia assicura alle opposizioni che sui balneari «la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato ci sarà nella fase di passaggio. Il tema delle coperture non si pone». Così, non passa l’emendamento soppressivo della proroga a firma del grillino e concordato con gli altri partiti di opposizione. I quali, in una nota, spiegano la posizione comune assunta a Palazzo Madama: «Siamo di fronte a un governo allo sbando e a una maggioranza a pezzi, che rischiano di esporre il nostro Paese ad un serissimo rischio di infrazione». La dichiarazione è firmata da Simona Malpezzi, Pd, Barbara Floridia, M5s, Raffaella Paita, Terzo polo, Julia Unterberger, Autonomie, e Peppe De Cristofaro, Avs. «Nel corso della discussione e della votazione del Milleproroghe, il governo ha chiesto una sospensione per risolvere, come successivamente confermato dal senatore Romeo in Aula, talune sopravvenute e imprecisate criticità sull’emendamento balneari».


Prosegue il comunicato: «Alla ripresa dei lavori, tuttavia nessuna spiegazione è stata fornita all’Aula circa le sopravvenute criticità, le ragioni sottostanti, i rischi istituzionali di una mancata soluzione di tali criticità. Le opposizioni ritengono queste omissioni una grave lacuna in termini di trasparenza e chiedono che si precisino in sede di discussione i rischi connessi a possibili infrazioni europee e ai connessi maggiori oneri per lo Stato e i cittadini, che si acquisisca il parere tecnico della Ragioneria sul punto e che il governo relazioni sulla compatibilità della suddetta norma, nell’attuale formulazione, rispetto agli impegni assunti dal governo in sede di Pnrr sulla parte relativa alla concorrenza».

I passaggi della discussione in Aula e in Sala Garibaldi

In confronto, è stata una passeggiata per il governo superare le resistenze di Claudio Lotito, il cui emendamento al Milleproroghe che prolungava i diritti tv degli eventi sportivi è stato soppresso. Se in quel caso è stato il Quirinale a sollevare dubbi, per la proroga delle concessioni balneari è stata la Ragioneria di Stato a mettere un freno all’esecutivo. Il quale, per bocca del ministro dei Rapporti con il parlamento, Ciriani, ha chiesto una sospensione dell’Aula di Palazzo Madama nel primo pomeriggio di oggi, 15 febbraio. Era appena iniziato l’esame del decreto Milleproroghe. Il capogruppo della Lega, Romeo, ha ingaggiato una discussione con Ciriani, di Fratelli d’Italia. «Era plateale il fatto che Romeo, portando avanti la posizione del suo partito, volesse andare avanti a prescindere del parere della Ragioneria, ma Ciriani gli ha risposto che così non si può andare avanti. Vedremo cosa arriverà in Aula», ha raccontato Patuanelli. Il senatore dei 5 stelle, insieme a Paita e Silvia Fregolent del Terzo polo e al Dem Daniele Manca, hanno spiegato ai cronisti cosa è appena successo in Aula. I quattro parlano di «concitato confronto» tra gli esponenti della maggioranza.

Il parere «non confortevole» della Ragioneria, secondo Patuanelli, riguarda «il minor gettito dei canoni, per cui è chiaro che la nuova misura prevede profili finanziari, al di là della possibile infrazione». Il tutto sta prendendo la forma di «un pasticcio che somiglia a una truffa elettorale», ha rincarato Manca. «Abbiamo fatto una battaglia chiedendo più volte il parere della Ragioneria, una relazione tecnica, un atteggiamento del governo coerente e trasparente, ma loro non sono stati trasparenti per esigenze elettorali». Per i senatori a colloquio con i giornalisti, la situazione si è ingarbugliata perché la questione delle concessioni balneari è stata inserita nel Milleproroghe attraverso tre emendamenti diversi in commissione, uno di Forza Italia, uno della Lega e uno dei relatori. Per questo tipo di emendamenti, non è richiesto il parere della Ragioneria, che invece è obbligatorio sugli emendamenti presentati dal governo. I senatori di opposizione hanno alluso al fatto che l’esecutivo possa non aver presentato un proprio emendamento così da non “subire” il parere della Ragioneria prima della conclusione delle elezioni regionali, per motivi di consenso. A urne chiuse e con il passaggio del testo in Aula, il parere della Ragioneria è diventato necessario, ma ininfluente in termini di voto.

Quando la seduta, dopo la prima ora di stop, è ripresa alle 15.30, Romeo ha confermato che la pausa «era dovuta a un approfondimento e a una valutazione chiesta dal governo» sulla questione balneari. «La maggioranza ha deciso comunque di andare avanti», ha concluso. In Aula ha preso quindi la parola il ministro Ciriani, per enunciare le ragioni della sosta: «Abbiamo fatto le verifiche del caso e non c’è necessità di modificare nulla, né sul testo depositato, né aggiungeremo altri testi e altri emendamenti da parte del governo nonostante le richieste ricevute. Non ci saranno altre novità». Dunque esecutivo e maggioranza hanno deciso di proseguire, ignorando i dubbi della Ragioneria. A questo punto, però, si è alzato in piedi il grillino Patuanelli: ha chiesto una sospensione dei lavori per un’altra ora, «al fine di consentire una riunione dei gruppi d’opposizione». Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha accordato lo stop e la seduta dedicata alla votazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe è stata riaggiornata alle 16.35. A quel punto la seduta è ripresa e sta proseguendo con il voto su tutti gli emendamenti al decreto e sugli ordini del giorno.

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