Superbonus, verso lo stop a tutte le cessioni dei crediti: come salta lo sconto in fattura

Il governo prevede di alleggerire le responsabilità di chi cede i crediti se in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere

Sarebbe un clamoroso dietrofront quello che si legge nella bozza del decreto sulla cessione di crediti d’imposta a cui il governo sta lavorando. Se confermata, per l’ottenimento di tutti i bonus, compreso il Superbonus 110%, non potrà essere utilizzata l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito al posto della detrazione. Significa che chi farà lavori edilizi che si qualificano per la detrazione, – che con l’ultima stretta nel decreto aiuti quater è passata al 90% nel 2023, a scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025 – dovrà necessariamente attendere la detrazione fiscale in 10 rate. Il decreto non è però retroattivo, e lascerebbe quindi fuori chi ha già presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila). Questa, tuttavia, non è l’unica opzione sul tavolo del governo. Come riporta Il Sole 24 Ore In alternativa, si prevede di impedire che siano gli enti pubblici ad acquistare i crediti, come hanno fatto, ad esempio, la provincia di Treviso e la Regione Sardegna. C’è poi una terza opzione, ancora in fase di definizione, nei confronti cessionari del credito e dei fornitori che applicano lo sconto, che prevede debbano essere stati acquisiti dei documenti per escludere la negligenza.


Responsabilità più leggere per chi cede il credito

Per i cessionari in possesso della documentazione si alleggerisce la responsabilità in solido, secondo la bozza del decreto. Il testo del governo recita: «ferme le ipotesi di dolo, il concorso nella violazione che determina la responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari è in ogni caso escluso» per i cessionari che dimostrano di aver acquisito il credito di imposta e con tutta la documentazione delle opere che hanno originato il credito oppure qualora si facciano rilasciare dalla banca o società cedente «una attestazione di possesso» di tutta la documentazione.


La protesta dell’Ance

È però la prima delle ipotesi a generare più polemica, con la presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) Federica Lombardo che su Facebook scrive: «Se, come sembra in queste ore, il governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato». Il decreto è in lavorazione in seguito al caos nato proprio nella cessione e compravendita dei crediti. Istituti bancari e altri compratori hanno smesso di acquistarne non ricevendo più finanziamenti dallo Stato una volta terminati i fondi destinati al bonus. Di conseguenza, migliaia di cantieri sono rimasti aperti, con imprese edili lasciate senza compensi o proprietari indebitati dopo aver commissionato i lavori.

E quella di Conte:

Contro le intenzioni del governo si è espresso anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: «C’è anche la possibilità di cedere i crediti di imposta, di farli acquistare dagli enti locali. Chiediamo al governo di non ostacolare questa possibilità», ha dichiarato in un intervento in cui ha ricordato come la riqualificazione urbana sia un’azione fondamentale per ridurre i consumi energetici del Paese.

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